Un immenso Parma abbatte la Dea e si candida fortemente per un posto in Europa
di Nicola Rossi
Ci si aspettava una prova di maturità dal Parma di Donadoni e subito è arrivata: vittoria sontuosa, rotonda, da grande squadra. Apoteosi all’ “Atleti Azzurri d’Italia”, i crociati abbattono la Dea manifestando una netta superiorità. Il match si mette subito in discesa per gli ospiti che al 10′ vanno in vantaggio con un sinistro di Molinaro – alla prima da titolare – che spiazza Consigli. Il Parma, forte del gol, mostra tutta la sua superiorità tecnica e tattica: possesso palla, fraseggi veloci e precisi pronti per l’imbucata vincente. Il grande lavoro di Donadoni si vede eccome. I padroni di casa provano a reagire, mettono in difficoltà un paio di volte la retroguardia crociata ma è un ottimo Mirante a dire più volte di no.
Nella ripresa i neroazzurri sono più propositivi, cercano di agguantare il pari; il più pericoloso dei suoi è Bonaventura che in più di una occasione impegna seriamente un Mirante da Nazionale. Il Parma però non dà minimamente segno di subire gli attacchi dei padroni di casa, anzi è subito pronto a ribaltare il fronte e rendersi pericoloso. Il raddoppio, però, è un disastro dell’ex Benalouane che si dimentica di essere un giocatore dell’Atalanta e, di petto, stupisce tutti con un autogol clamoroso. I ducali hanno la partita in pugno, i padroni di casa non riescono più a reagire. E’ facile pensare che possa arrivare anche il terzo ed infatti arriva: magia di Cassano su punizione defilata che sorprende Consigli e gonfia la rete. Nel finale c’è gloria anche per l’altro ex di giornata, Schelotto che di sinistro finalizza un assist al bacio di un immenso Parolo. Fischi su fischi per l’italo-argentino ma il risultato è più che rotondo: uno 0-4 da incorniciare.
Vittoria più che meritata per i ragazzi di Donadoni che agganciano il sesto posto a quota 36. Dodicesimo risultato utile consecutivo: 6 vittorie e 6 pareggi. I numeri parlano chiaro, meglio ha fatto solo la Juventus. E’ un Parma da Europa e non andarci sarebbe un sopruso.