Pasquale Scotti, il superlatitante della camorra, è stato arrestato nelle ultime ore in Brasile. Latitante da 31 anni, faceva parte della “batteria di fuoco” del gruppo della Nco, Nuova camorra organizzata allora guidata dal padrino Raffaele Cutolo. Scotti, che si nascondeva a Recife, è stato arrestato al termine di una lunga indagine condotta dalla sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile di Napoli con l’intelligence dello Sco, e grazie ai collegamenti curati dall’Interpol e delle forze di polizia brasiliana.
Importanti svolte erano giunte grazie alle indagini dei pm Marco Del Gaudio e Ida Teresi della Dda della Procura di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dal procuratore capo Giovanni Colangelo. Scotti è stato così stanato dagli uomini della squadra mobile di Napoli, coordinati dai primi dirigenti Fausto Lamparelli e Lucio Vasaturo. In queste ore si stanno ultimando gli accertamenti sulla sua identità, ma un primo importante dato viene dal riscontro delle impronte digitali: sono quelle di Scotti.
Pasquale Scotti, 56 anni, detto “Pasqualino ‘o collier” per aver regalato un collier alla moglie di Cutolo, ma conosciuto anche come l’ingegnere, è sempre stato uno dei fedelissimi del boss di Ottaviano. Dopo il trasferimento di Cutolo al carcere dell’Asinara, e il maxi-blitz del giugno 1983, Scotti tentò di riorganizzare le file della Nuova camorra organizzata.
Scotti viene arrestato a Caivano il 17 dicembre del 1983 nel corso di un’operazione diretta dall’allora capo della Squadra mobile Franco Malvano. Tra i numerosi omicidi commessi, Scotti è anche accusato di essere il mandante dell’omicidio di Giovanna Matarazzo detta Dolly Peach, una ballerina di un night club romano legata sentimentalmente a Vincenzo Casillo.
Dopo l’arresto, nel corso della detenzione, sembrò che Scotti volesse collaborare: importanti rivelazioni, in merito alla Nco, furono infatti rilasciate alle forze dell’ordine. Ma la sua era una collaborazione fittizia. Nella notte di Natale del 1984 evade dall’ospedale civile di Caserta dove era stato ricoverato per una ferita alla mano. È ricercato dal 1985 per omicidio ed occultamento di cadavere. Dal 17 gennaio 1990 è ricercato anche in campo internazionale e fa parte dell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. Nel 2005, la terza sezione della corte d’assise di Santa Maria Capua Vetere, condanna il boss all’ergastolo.
This post was published on Mag 26, 2015 16:19
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