Pavoletti: “Non vedo l’ora di segnare. A Napoli mi chiamano Pavolè”

L’attaccante del Napoli, Leonardo Pavoletti, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli.

I tuoi compagni ti hanno accolto benissimo in questo gruppo.
“Sì, è meraviglioso. Sono ragazzi umilissimi, grandi campioni. Non potevo arrivare in un posto migliore”.

Volete tornare subito in Champions?
“Sì, stiamo già preparando la gara di Empoli che non sarà facile. Il nostro sogno è tornare in Champions, come tutta la piazza merita”.

Empoli che è un campo tabù. Siete incavolati come vi vuole Sarri?
“Sì siamo incavolati nel modo giusto, per giocare su un campo non facile”.

Titolare nell’ultima contro il Crotone al San Paolo, sei sempre più nei meccanismi della squadra?
“I primi mesi non sono facili in una squadra già ben collaudata. Ho avuto un po’ di tempo per capire e ora il feeling coi compagni giorno dopo giorno cresce sempre più”.

Adesso ti manca solo il primo gol.
“Non vedo l’ora di segnare e sentire il mio nome urlato da uno stadio come il San Paolo”.

Magari contro la Juve.
“Non sarebbe niente male”.

A Genova ti chiamavano Pavoloso, a Napoli come ti chiamano?
“Pavole’ (ride ndr)”.

Dieci partite al termine del campionato. Volete tornare in Champions dalla porta principale?
“Il nostro obiettivo è arrivare secondi. Per questo dobbiamo cercare di prendere e superare la Roma. Non sarà facile, dovremo essere più uniti che mai”.

Sei molto social. Ultimamente hai twittato un panorama mozzafiato di Napoli.
“Un panorama bellissimo. Ogni giorno a Napoli ti svegli con una voglia di vivere che penso possa esserci solo in questa città”.

Nei giorni scorsi ti è venuto a trovare il tuo amico Perin, come sta?
“Sta bene, sono sicuro tornerà più forte di prima”.

Empoli e poi doppio confronto con la Juventus. Uno snodo molto importante per campionato e Coppa Italia.
“Sembra banale, ma la partita più importante è quella di domenica, poi ci sarà la sosta in cui poter staccare un po’ la spina. E quando rientreremo le partite diranno se siamo una squadra che può andare direttamente in Champions oppure no”.

Arrivare a Napoli può rappresentare il passepartout per la Nazionale e il Mondiale 2018?
“E’ il mio obiettivo, ma tutto passa dal campo. Sta a me, ora che sto bene, dimostrare che sono uno da Nazionale e che può dire la sua a Napoli”.

Che tipo di differenze hai riscontrato nel 4-3-3 di Sarri rispetto a quelli di Genova di Gasperini e Juric?
“Credo la differenza stia soprattutto nel possesso di palla che parte dal portiere. Senza contare che ci sono tanti metodi di uscita per eludere le pressioni degli avversari per poi verticalizzare sugli attaccanti”.

Domanda culinaria: pesto alla genovese o la genovese napoletana?
“Non ho ancora mangiato la genovese napoletana. Non me l’hanno ancora proposta (ride ndr)”.

Hai già scelto l’esultanza del tuo primo gol quando verrà con la maglia del Napoli?
“Ho talmente tanta voglia di segnare che quel momento sarà assolutamente spontaneo”.

Perché un napoletano è fortunato?
“Perché vive in un posto meraviglioso”.

E quanto è fortunato un calciatore a lavorare con Sarri?
“Fortunatissimo. Ho scelto Napoli anche per questo, sono sicuro mi porterà tante soddisfazioni nel futuro”.

Lucarelli, livornese come te, è il tuo punto di riferimento?
“Assolutamente, quando ero in procinto di trasferirmi, mi ha detto ‘Vai a Napoli senza pensarci'”.

Un paragone tra te e Luca Toni?
“Lo posso ricordare, ma ho ancora tanto da dimostrare. Sarebbe bello ripercorrere le sue orme. Come lui ho sempre tanta voglia di migliorarmi”.

Cosa vuoi dire ai napoletani per questo finale di stagione?
“Ai napoletani dico di starci vicino veramente fino alla fine, come loro fanno sempre. Sono felice di essere qui. Proveremo fino all’ultima goccia di sudore ad arrivare secondi”.

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Francesco Monaco

Napoletano, giornalista, autore del romanzo 'Baciami prima di andare'. A tratti sognatore e pensatore. In attesa di capire il resto, forse di niente

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