
Pensione, novità in vista (www.roadtvitalia.it)
Negli ultimi anni, si è intensificato il dibattito sui diritti inespressi dei pensionati italiani, un argomento di grande rilevanza.
Molti pensionati non richiedono somme e benefici a cui avrebbero diritto, portando a situazioni in cui l’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, eroga pensioni inferiori a quelle legittimamente dovute. Un esempio emblematico è l’assegno di vedovanza, un incremento della pensione di reversibilità destinato a vedovi e vedove in condizioni di invalidità.
Un lettore ci ha contattato per chiedere informazioni sul diritto all’assegno di vedovanza per sua madre, una pensionata invalida e vedova da diversi anni. La sua preoccupazione riguardava non solo la possibilità di ricevere questo emolumento, ma anche l’opportunità di recuperare eventuali arretrati, che possono arrivare fino a cinque anni. Questo esempio evidenzia l’importanza di informarsi sui diritti previdenziali e sulle opportunità di recupero.
I diritti inespressi si riferiscono a somme e benefici che, per vari motivi, non vengono richiesti dai pensionati. Le ragioni possono includere:
- Ignoranza delle normative.
- Mancanza di informazioni.
- Scarsa attenzione verso le pratiche burocratiche.
L’assegno di vedovanza è uno dei benefici più trascurati, nonostante le condizioni per accedervi siano chiare. Molti pensionati, pur avendo i requisiti, non presentano la domanda, perdendo l’opportunità di ricevere un incremento significativo del loro reddito.
Chi può richiedere l’assegno di vedovanza?
Per beneficiare dell’assegno di vedovanza, è necessario che il richiedente soddisfi alcune condizioni specifiche:
- Essere vedovi o vedove di pensionati con diritto a una pensione di reversibilità.
- Essere dichiarati invalidi al 100% e inabili al lavoro, preferibilmente con indennità di accompagnamento.
È importante notare che i vedovi di pensionati con pensioni da lavoro autonomo, come artigiani o commercianti, non possono accedere a questo beneficio. Questa distinzione è fondamentale, poiché spesso i diritti delle categorie di lavoratori autonomi vengono trascurati.

Uno degli aspetti più rilevanti dell’assegno di vedovanza è la possibilità di recuperare arretrati fino a cinque anni. Se il diritto all’assegno è sorto prima del quinquennio attuale e tutti i requisiti erano soddisfatti, il richiedente può richiedere il pagamento delle somme non percepite. È fondamentale sottolineare che la prescrizione di cinque anni non è prorogabile; una domanda presentata dopo il termine non consentirà di recuperare somme precedenti.
Le modalità di calcolo dell’assegno variano in base al reddito del richiedente:
- Reddito annuale inferiore a 33.274,22 euro: assegno mensile di 52,91 euro.
- Reddito compreso tra 33.274,22 e 37.325,55 euro: assegno mensile di 19,59 euro.
- Reddito superiore a 37.325,55 euro: nessun diritto all’assegno.
Come presentare la domanda
Per richiedere l’assegno di vedovanza, il pensionato deve seguire una procedura ben definita, che può essere effettuata online attraverso il sito dell’INPS o tramite un patronato. È necessario avere credenziali di accesso come SPID, CIE o CNS. Durante la presentazione della domanda, è fondamentale allegare la documentazione adeguata, tra cui:
- Verbale di invalidità civile.
- Dichiarazioni dei redditi per gli anni per cui si richiedono gli arretrati.
È importante notare che anche chi non ha presentato la domanda al momento della richiesta della pensione di reversibilità ha la possibilità di farlo successivamente, anche a distanza di anni. Questa opportunità, spesso ignorata, può essere cruciale per migliorare la situazione economica di molti pensionati.
La questione dei diritti inespressi e della possibilità di recuperare somme dovute è un tema di rilevante attualità, che richiede attenzione non solo da parte dei diretti interessati, ma anche delle istituzioni, affinché venga garantito a tutti il diritto a una pensione dignitosa e completa.