Il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato è stato barbaramente ammazzato dalla mafia. Oggi, a distanza di 44 anni, il suo volto, le sue parole e i suoi pensieri continuano a essere attuali. Impastato speaker di Radio Aut, era militante di Democrazia proletaria, candidato al consiglio comunale di Cinisi.
Fu ucciso nel giorno in cui doveva tenere il suo ultimo comizio elettorale. Nella trasmissione “Onda pazza”, molto seguita, sbeffeggiava mafiosi e politici.
“L’esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti a rifiutare i condizionamenti criminali. E’ un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla”. Lo afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando in ricordo del militante di Democrazia proletaria e giornalista, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978.
“La mafia uccide. Il silenzio pure Peppino Impastato”. Così il segretario del Pd Enrico Letta in un tweet.
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“Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio ordito da pezzi dello Stato. – aggiunge – Impastato pagò con la vita l’avere sfidato la mafia in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi”.
“Il recupero del Casolare dove fu ucciso è – osserva – un ulteriore contributo alla gratitudine e all’ammirazione da parte di tutti e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni”.
“Peppino Impastato ha raccontato la mafia nella sua Cinisi quando nessuno aveva il coraggio di nominarla. Irrideva i mafiosi, li ridicolizzava minando alla base il loro potere. Per questo l’hanno ucciso, perché stava insegnando ai siciliani a non avere paura”. Così su Facebook il deputato siciliano del Pd Erasmo Palazzotto.
“9 maggio 1978: 44 anni dal barbaro omicidio di Peppino Impastato. Ritorno a Cinisi, ed è sempre un’emozione intensa e profonda. La storia di un uomo giusto, ribelle alla mafia, precursore della rivoluzione culturale quale anticorpo sociale, la radio militante, i suoi cento passi verso la verità e la morte. La storia di compagni e depistaggi, di lotte e connivenze. Nella storia di Peppino si respira la storia. Una vita spezzata, ma tante vite che si incontrano e si uniscono per amore di Peppino, della giustizia e della verità”. Lo scrive Luigi de Magistris.
Sono tante le iniziative organizzate a Cinisi in occasione dell’anniversario. Un presidio è promosso dall’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, nel Casolare dove è avvenuto l’omicidio. Sono previsti interventi dei responsabili delle associazioni, dei familiari e dei compagni di Peppino. Performance di Our Voice, “Fioritura Collettiva” di e con Clara Burgio, con Mariagrazia Balistreri e Desirèe Burgio.
Alle 16 è previsto il corteo da Radio Aut a Terrasini a Casa Memoria a Cinisi e alle 18.30 gli interventi. Saranno esposte diverse mostre tra cui “L’atlante dei conflitti e delle forme del pacifismo nella storia recente” a piazza Vittorio Emanuele Orlando, a Cinisi; “Ri-scatti Umani” (10 foto selezionate al concorso fotografico Guido Orlando) nell’ex casa Badalamenti; “Io non Ritratto – Peppino Impastato una storia collettiva”, mostra di Pino Manzella dedicata ai compagni/e di Peppino non più in vita (Margaret Cafè).
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