Le dimissioni di Napolitano dalla carica di Presidente della Repubblica hanno sollevato da più parti un coro di saluti e messaggi di ringraziamento. Tutti, semplici cittadini e istituzioni politiche, hanno voluto salutare il presidente uscente, da molti considerato uomo dalla ferrea volontà e indomita resistenza, capace di traghettare l’Italia fuori (?) dalla crisi, in un periodo sia politicamente teso che economicamente difficile. Tutti, tranne uno. Il silenzio di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, città che ha dato (ironia della sorte) i natali a Giorgio Napolitano, si fa sentire in maniera assordante: se dalle altre istituzioni politiche, come la Regione Campania, si sono levate alte le voci dei numerosi esponenti (soprattutto del Pd) della politica locale (anche il Governatore Caldoro ha ricordato l’operato del presidente, “motivo di orgoglio per noi campani”) dal Comune di Napoli tutto tace.
Non un messaggio, non un accenno alle sue dimissioni: De Magistris ostenta un silenzio che parla più di mille parole. Al di là della polemica, sollevata dall’ex deputato Umberto Ranieri sulle pagine di Repubblica.it, cerchiamo di ricostruire i motivi di questo gesto, che se da molti è stato malvisto, per questioni di obblighi istituzionali e di rappresentanza a cui un sindaco non può sottrarsi per ragioni personali, dall’altro denota anche una profonda coerenza nell’atteggiamento di Luigi De Magistris, noto proprio per il suo fermo rifiuto dei compromessi e per la sua avversione a cedervi. Il motivo del suo silenzio in merito alle dimissioni di Napolitano è presto spiegato, ricordando il periodo di sospensione di De Magistris: in quei giorni il sindaco furente per un provvedimento poi giudicato ingiusto anche dal Tar, non risparmiò davvero nessuno.
Il fuoco di fila delle sue parole (“farò i nomi dei potenti corrotti”) si abbatté anche sul presidente Giorgio Napolitano, accusato dal sindaco di Napoli di “essere stato ingiusto” con lui quando era magistrato. A cosa si riferisse il sindaco, con precisione, non lo sappiamo. Sappiamo invece però che, in occasione di un’udienza nell’ambito del processo che poi ha visto la sua condanna per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why Not, l’imputato De Magistris tirò in ballo un’inchiesta secretata, risalente agli anni di Tangentopoli, che avrebbe visto coinvolto l’attuale (ormai ex) presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: all’epoca Napolitano, che ricopriva l’incarico di Presidente della Camera, fu iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sulle tangenti per la realizzazione della Metropolitana Collinare di Napoli, perché, secondo le accuse di un imprenditore, avrebbe dovuto intascare, dalle mani del ministro Paolo Cirino Pomicino, una tangente di 200 mln di euro, da dividere con gli altri politici della corrente migliorista del Pds, di cui Napolitano era a capo. L’iscrizione di Napolitano nel registro degli indagati fu secretata per evitare una fuga di notizie; poi, l’accusa venne a cadere per insufficienza di prove, smentita dal ministro Pomicino. Il primo a tirarla fuori, dopo vent’anni, è stato proprio Luigi De Magistris. Il suo intento, durante i giorni della sua sospensione, era molto chiaro: far cadere i potenti corrotti che ancora rivestono ruoli di grande influenza nella politica del nostro Paese.
Da questo breve riepilogo dei fatti, risulta evidente che tra il sindaco di Napoli e l’ex presidente della Repubblica non corre buon sangue; ecco spiegato anche il motivo del messaggio non pervenuto da parte del Comune di Napoli in occasione delle dimissioni di Napolitano. Che sia giusto o meno, per un uomo politico come De Magistris, venire meno a questo genere di “doveri”, non è in discussione in questa sede; ognuno può trarre le conclusioni che crede in merito. La domanda che invece ci preme di sottolineare e sottoporre all’attenzione dei nostri lettori è un’altra: cosa sa Luigi De Magistris sul conto di Giorgio Napolitano, e quanto scottanti sono queste verità per determinare una presa di posizione così ferma (e allo stesso tempo così impopolare) da parte del sindaco nei confronti dell’ex presidente della Repubblica?
This post was published on Gen 15, 2015 16:49
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