La storia, che forse non tutti conoscono, del vero simbolo del Calcio Napoli.
Il “ciuccio” col Napoli non c’entra nulla. La storica maglia del Napoli indossata fino al 1968 dalla squadra, quindi per 42 anni. Questo per tutti gli ascari che ci chiamano ciucci. L’ asino fu messo in mezzo, dopo un campionato disastroso, con la famosa frase di un tifoso che frustrato per la retrocessione in B, disse: “chist nun è nu cavallo, ma o ciucc e fechell 30 piaghe e a coda fraceta” Speriamo si possa reintrodurre il vero simbolo che dalla nascita del calcio Napoli è stato sempre il cavallo rampante.
Quel ‘cavallo rampante’ si chiama ‘Corsiero del sole’ e rappresenta la razza autoctona di cavalli campani, divenuti celebri nel mondo come corsiero o cavallo Napolitano. Era famoso già in epoca greca ,una enorme statua di bronzo ove oggi è l’obelisco di S Gennaro. I romani lo utilizzarono come cavallo da guerra, apprezzato per tutto il medioevo ,gli Spagnoli lo portarono nelle Americhe e il ‘ lipizziano’ , il più famoso cavallo da fiera, ha sangue di corsiero nelle vene!
È stato per secoli simbolo della città ,e oggi è ancora presente sullo scudo della ‘citta metropolitana di Napoli’ , ex Provincia. Lo si può vedere nella reggia di Caserta.
È il “corsiero” che scelse Ascarelli e non quello che un malizioso giornalista copiò dalla battuta di un tifoso deluso! O ciucc e fichella!
Il simbolo dell’asino fu tolto nel 1985 da Italo allodi e Ferlaino, sostituito prima con la mascotte Gennarino poi con la N, ma la stampa mainstream ci tiene ad identificare ancora il Calcio Napoli con il “ciuccio”.
Fonte pagina Facebook “Regno delle Due Sicilie”
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