Curiosando tra le bancarelle di Port’Alba si può trovare di tutto. Dai libri d’arte, alle edizioni illustrate e fuori catalogo, a libri dimenticati che raccontano la cultura e la storia di Napoli. Si può, ma forse sarebbe più corretto dire “si poteva”. Perché da qualche giorno i librai di Port’Alba e le storiche bancarelle di libri, per lo più usati, che rallegravano la via che da piazza Dante porta a piazza Bellini sono stati vittime di un attacco che si configura come un vero e proprio scacco alla cultura della nostra città.
Dopo le multe e l’obbligo di smantellare le storiche bancarelle, molte delle quali ritenute abusive dalle forze dell’ordine, oggi pare che il Comune abbia aperto con i librai di Port’Alba degli spiragli di dialogo: mantenere le bancarelle sarà possibile, grazie a una domanda per l’occupazione di suolo provvisoria che permetterà alle librerie di esporre bancarelle mobili, dotate di rotelle, che possano essere riportate all’interno dei locali all’orario di chiusura, che in futuro potrebbe trasformarsi in un vero e proprio “Piano d’Ambito” che permetterà alle librerie di Port’Alba di essere annoverate nel patrimonio storico della città. Perché è importante? Perché un libro non ha valore, e le librerie di Port’Alba, con le loro bancarelle, sono una parte cara e immodificabile della cultura partenopea. A spiegarcelo sono proprio loro, i librai di Port’Alba, che con passione portano avanti un mestiere ormai sempre più difficile e bistrattato, nonostante tutte le difficoltà quotidiane che incontrano. Ecco cosa ci hanno raccontato.