I dati presentati rivelano come in soli tre Paesi (Italia, Francia e Spagna) decine di milioni di euro di contributi al settore siano stati assegnati a pescherecci e operatori sanzionati, anche ripetutamente, per infrazioni gravi alla Politica Comune della Pesca.
Per Francia e Spagna, parla chiaro una lunga ed eloquente lista, pubblicata sul sito Fishsubsidy.org, che rivela la quantità di denaro pubblico, oltre 13.5 milioni di euro dal 1994 al 2006, elargito in favore di 36 pescherecci sanzionati per infrazioni gravi. Situazione simile in Italia, dove circa 100 pescherecci, molti dei quali ripetutamente multati per pesca illegale con reti derivanti (spadare e ferrettare), hanno ricevuto 13.8 milioni di euro in aiuti pubblici, tra 1999 e 2010.
Questi alcuni tra i casi più eclatanti:
“Mentre a livello internazionale l’Unione Europea ha lanciato una forte iniziativa di contrasto alla pesca INN, al proprio interno sovvenziona con fondi pubblici europei e nazionali operatori impegnati nell’illegalità, – spiega Domitilla Senni di OCEAN2012 -, paradossalmente gli aiuti concepiti per promuovere il settore della pesca e le comunità costiere hanno così finito per provocare seri danni ecologici, sociali ed economici. Da un lato, hanno sostenuto la creazione di una massiccia sovraccapacità di pesca, favorendo indirettamente il fenomeno della pesca illegale; dall’altro, la mancanza di seri controlli da parte delle istituzioni europee e degli stati membri ha consentito che i sussidi siano serviti ad alimentare la pesca illegale.”
“È necessario procedere a una piena applicazione del Regolamento per combattere la pesca INN sulla flotta Europea, – aggiunge la Senni -, poiché fino a oggi si è provveduto soprattutto a controllare l’importazione di prodotti ittici sul mercato comunitario o i pescherecci di paesi terzi, trascurando invece di applicare le medesime sanzioni anche ai quei pescherecci dell’Unione Europea impegnati nella pesca INN.”
91 organizzazioni ambientaliste, tra cui OCEANUS, WWF, Greenpeace, il Gruppo Ambiente Pew e la coalizione Ocean 2012, hanno a questo proposito scritto una lettera aperta al Presidente Jose Luis Barroso, affinché la Commissione europea intraprenda azioni concrete verso un’abolizione dei sussidi dannosi per l’ambiente. Già nel 2006, l’UE si era impegnata a definire una road map entro il 2008, onde eliminare definitivamente tali sussidi. Tale impegno era stato ribadito nel 2007. Ma, a oggi, nessun passo è stato tuttavia ancora intrapreso.
Roma, 23 marzo 2011
A cura di Oceanus Onlus
OCEAN 2012 è una coalizione di 119 organizzazioni unite dalla volontà di trasformare la politica europea della pesca per fermare la pesca eccessiva, mettere fine alle pratiche di pesca distruttive e conseguire un giusto ed equo utilizzo di stock ittici in buona salute. I membri italiani di OCEAN2012 sono: – CTS Ambiente, GREEN LIFE, GRIS (Gruppo Ricercatori Italiani sugli Squali razze e chimere) della SIBM (Società italiana di biologia marina), FONDAZIONE CETACEA, LEGAMBIENTE, MAREVIVO, MEDSHARKS, OCEANUS, STAZIONE ZOOLOGICA ANTON DOHRN di Napoli, TETHYS RESEARCH INSTITUTE.
This post was published on Mar 23, 2011 13:22
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