I tre ragazzi, studenti dell’Università Parthenope di Napoli, sono stati arrestati con l’accusa di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre avevano infatti allestito una vera e propria piantagione di cannabis in casa, nel loro appartamento che condividevano ai quartieri spagnoli. Tutti e tre, di età compresa tra i 21 e 25 anni, si sono giustificati dicendo: “Eravamo stanchi di dover dare agli spacciatori i soldi della paghetta settimanale”.
Questo dunque il motivo che li ha spinti alla coltivazione fai da te, riuscita alla perfezione grazie anche alle loro conoscenze in materia, uno dei tre si è anche diplomato in America ad un corso in coltivazione di cannabis a scopi terapeutici. Al momento, i tre studenti, uno di biologia e gli altri due iscritti alla facoltà di Scienze, Imprese e Management, sono rinchiusi nel carcere di Poggioreale in attesa delle disposizioni giudiziarie. Un arresto che ha colto di sorpresa non solo i familiari, ma anche i loro vicini di casa.
Piantagione di cannabis in casa non solo per scopi personali
Ad insospettire i carabinieri, il continuo viavai che avveniva all’interno dell’abitazione, sospetti confermati nel momento dell’irruzione. Nell’abitazione sono stati trovati infatti oltre due chili e mezzo di piantine di marijuana di tre varietà diverse, una scatola con 49 grammi di “Orange hill golden”, una scatola con 97,7 grammi di “Dinachem hydro e una scatola con 27,7 grammi di “Hotel lacher wien”. Nella piantagione di cannabis in casa dei ragazzi sono stati sequestrati anche 11 vasi di plastica contenenti terriccio e principi per la coltivazione, due plafoniere in alluminio con lampade alogene, un timer per l’attivazione dell’impianto di illuminazione, tre tubi flessibili in alluminio e fil di ferro per l’impianto di aerazione e un ventilatore modello 150 Vko per forzare il flusso di aria nei tubi, rivestimenti di cellophane per dare la giusta umidità all’ambiente e fili predisposti per far asciugare e essiccare la marijuana. E inoltre materiale per confezionare dosi, prova quest’ultima che dimostra che i tre studenti, del Vomero, Camaldoli e Castelvolturno, non coltivavano la droga solo per scopi personali, bensì era destinata anche alla vendita. Sequestrata anche una scatola con all’interno 820 euro in contanti, probabile ricavato delle vendite.