Dopo aver scritto sui motorini nelle corsie del II Policlinico di Napoli, su Facebook si era chiesto ai lettori se avessero avuto da raccontare qualche altra esperienza fantasiosa e paradossale? Immediata la risposta: il dibattimento della Giunta comunale per il 24 novembre della delibera 916, la quale riguarda l’approvazione o meno del pagamento di 25 milioni di euro alla Di.Fra.Bi, la società che ha gestito inadeguatamente la discarica a Pianura e l’ha ridotta a un sito che, con decreto ministeriale, urge di una bonifica. In altre parole il Comune di Napoli deve discutere se approvare o meno una delibera di pagamento in favore della società che, in maniera criminale, ha compromesso il territorio di Pianura con una catastrofe ambientale.
Come si può leggere dal documento, il Sindaco De Magistris è stata l’ultima persona dotata di buon senso ad aver espresso dubbi sulla legittimità delle richieste della ditta Di Francia (Di.Fra.Bi), ma il 26 agosto 2014 i Revisori dei conti del Comune di Napoli sull’ammissibilità del pagamento, dopo un contenzioso lungo circa 34 anni, hanno dato ragione all’azienda; le richieste sono legittime e vanno soddisfatte immediatamente, in quanto il debito è al di fuori del piano di bilancio.
Viene da sorridere, soprattutto quando, per associazioni di idee, si immagina alla possibilità di casi affini. In altre parole la collettività deve pagare un’azienda responsabile di atti criminali. È di queste situazioni paradossali che i filosofi a volte parlano per metterci in guardia, mentre li accusiamo di nullafacenza?
In questi casi il buon senso lascia il terreno all’idiozia delle sclerosi giuridiche. Possiamo scaricare il peso dell’autonomia del diritto sulle spalle di una collettività intossicata?
Nella discarica di contrada Pisani, gestita dalla ditta Di Francia, ci è finito di tutto e sono state quattro le inchieste della magistratura a dirlo. La ditta Di Francia ha compiuto atti criminali durante la gestione della discarica, ha creato un disastro ambientale, eppure chiede i pagamenti arretrati al Comune di Napoli, ai cittadini avvelenati? Lo studio della SEBIOREC, commissionato dalla Regione Campania nel 2010, ha certificato che nella discarica di Pianura sono stati interrati rifiuti ordinari e speciali. La discarica di Pianura era una discarica non a norma, illegale, che ha determinato una sciagura.
Le sonde del Ministero dell’Ambiente, durante i rilievi sotterranei, si disintegravano al contatto con le esalazioni velenose. Le inchieste sono state fermate da un ricorso dell’azienda Di Francia, in virtù di una prescrizione dei reati, e da un ricorso contro quest’ultimo al Consiglio di Stato (non ancora espressosi sulla faccenda) da parte dei comitati cittadini.
Ciò che si percepisce è che per chi possiede il potere economico non ci sono tribunali che tengano, fino a sacrificare la giustizia e il buon senso sull’altare della legge. Cosa potranno i cittadini contro la legge?
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