L’ultimo libro di Piera Carlomagno, “Nero Lucano”, è un modo per parlare di Sud e magia, religione e anelito alla modernità.
E’ nelle librerie da giovedì 6 maggio, il nuovo romanzo di Piera Carlomagno, dal titolo “Nero Lucano” edito da Solferino, un noir ambientato nella Basilicata profonda, dalla procura di Matera ai pozzi petroliferi della val d’Agri. La figura di investigatrice è un medico legale con fama di strega, perché ha una nonna lamentatrice funebre e una consuetudine con la morte che va oltre le autopsie. E’ un modo per parlare di Sud e magia, religione e anelito alla modernità, dai Sassi di Matera ormai conosciuti nel mondo e dalla battaglia per l’ambiente contro il petrolio e le pale eoliche che ammazzano i campi, ai paesini arcaici e ancora fermi a quando Carlo Levi li ha lasciati.
Il Sud e le sue donne, la ribellione alla prevaricazione e all’ignoranza, la modernizzazione di una società che appare immobile, e una terra bellissima e dura, che si mostra per passione e si nasconde per diffidenza, avvolgono una fitta trama gialla i cui personaggi in qualche caso devono ben rappresentare la paralisi, in altri escono dagli stereotipi in maniera violenta e destabilizzante. E’ la visione della Basilicata, incarnata nel romanzo dalla protagonista, l’anatomopatologa forense Viola Guarino, specialista della scena del crimine, ma nipote di cumma’ Menghina – Mariarìt per i materani – la lamentatrice funebre più famosa e meglio pagata della regione. Il rapporto tra la morte fisica e quella spirituale, accompagna e determina la qualità delle indagini che Viola conduce al fianco del sostituto procuratore della Repubblica di Matera Loris Ferrara, perché, se la prova è sempre scientifica, è il movente che deve essere ben chiarito attraverso la storia della vita delle vittime. Su tutto domina la narrazione dell’universo femminile, le donne del Sud sono le streghe della tradizione, come Viola. Spaventano l’altro se seguono il proprio istinto, se escono dagli schemi. Dentro si portano dolore estremo, un eccesso di sensi di colpa, chiusura, ma conoscono la fatica, sanno sopportare pesi incredibili sulla testa come gli asini, e troppo spesso vivono all’ombra dei loro uomini, anche se questa subalternità è solo di facciata.
La vista che si presenta di fronte a Viola Guarino, chiamata per un sopralluogo sulla scena del delitto, è orribile: un uomo con la testa spaccata, letteralmente, in due. È un ingegnere di ori¬gini lucane che da tempo abita al Nord, tornato al paese per affari. Ma quali affari? La sua efficientissima segretaria – e forse amante – ne ha perso per ore le tracce proprio alla vigilia di un accordo milionario. E la moglie Leda, che detesta la Basilica¬ta, si mostra vaga fino al punto di essere sospetta. Le fin troppo sensibili «antenne» di Viola, dunque un po’ scienziata e un po’ strega, colgono una tensione erotica più torbida rispetto a un semplice triangolo extraconiugale. O forse si sta lasciando influenzare dal ritorno del sostituto procuratore Loris Ferrara, irresistibile e sfuggente come il giorno in cui si sono incontrati – e come il giorno in cui si sono lasciati? Prima che possa fare ordine tra prove, intuizioni e sentimenti, però, si scopre un nuovo cadavere. C’è stata un’altra vittima, prima dell’ingegnere. L’assassino firma i suoi crimini lasciando al suo pas¬saggio tracce che non lasciano dubbi sul fatto che colpirà ancora.
Una Matera invernale e inquietante, di stra¬ordinario fascino tra tempeste e gravine, fa da sfondo a una corsa contro il tempo sulle tracce di un serial killer implacabile. Per in-seguirlo, in sella alla sua moto, Viola Guari¬no dovrà attraversare diverse sfumature di nero: dentro e fuori dall’animo umano.
Euro 18
Pagg. 352
ISBN 978-88-282-0648-4
Prima edizione: maggio 2021
L’autrice
PIERA CARLOMAGNO è giornalista professionista e scrive sul «Mattino»; con l’ultimo romanzo Una favolosa estate di mor¬te, edito da Rizzoli, ha vinto il Premio Romiti di «Ombre», sezione Emergenti, al Caffeina Festival di Viterbo. È direttrice artistica del SalerNoir Festival che nell’estate del 2021 giunge alla settima edizione. È laureata in cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian.