Molti di voi non ci crederanno, eppure pare proprio che sia così. Napoli è la terza città italiana per prodotto interno lordo (Pil) dopo Milano e Roma. A dirlo è il Rapporto Giorgio Rota, uno studio condotto sull’area urbana campana allo scopo di individuare, anno per anno, quali sono i punti di forza, i punti di debolezza, i successi e i fallimenti, economici e produttivi, vissuti dalla città di Napoli.
A divulgare la notizia è il sito di informazione ilVaporetto.com. Il primo rapporto Giorgio Rota sulla città di Napoli riguarda l’andamento dell’anno 2014: i dati emersi sono molto interessanti. Napoli risulta infatti essere la terza città italiana più produttiva, ovvero quella che contribuisce maggiormente, dopo Milano e Roma, al Pil nazionale. Il prodotto interno lordo partenopeo è addirittura superiore, per intenderci, a quello dell’intera Slovenia, e ammonta a circa 62 mld di dollari.
Una cifra che permette alla “capitale del Sud” di piazzarsi in una ottima posizione anche a livello europeo: Napoli risulta, in tutta Europa, la 26esima città più produttiva, su 115 città prese in considerazione. D’altronde, questa notizia non stupisce se si pensa che l’area urbanizzata che comprende Napoli città e la sua Provincia conta oltre 3 milioni e mezzo di abitanti, e che Napoli risulta l’ottava città europea per popolazione (negli ultimi anni si è avuto un calo del 4,2% della popolazione urbana a vantaggio di una più modesta crescita, più 1,9%, della provincia, ma questi lievi cambiamenti non cambiano la sostanza), paragonabile a capitali come Atene e a città come Barcellona.
Purtroppo però non ci sono solo buone notizie: le cattive arrivano dal settore occupazionale, ambito in cui Napoli fa registrare circa 233mila disoccupati, e risulta essere, in controtendenza con il suo Pil, la quinta città europea per crescita del tasso di disoccupazione durante la crisi. Insomma, Napoli si conferma ancora una volta, e anche sotto il profilo economico e produttivo, una città controversa, che se da un lato è indispensabile a mandare avanti l’economia italiana, dall’altro non riesce a offrire sufficiente occupazione a tutti i suoi abitanti. Per consultare il Rapporto Giorgio Rota pil,cliccate qui.
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