La pillola anti covid Pfizer aveva avuto nel dicembre 2021 il parere favorevole per la distribuzione in emergenza
La pillola anti covid Pfizer – capace di abbattere il rischio di ricovero in ospedale – arriva in Italia all’inizio di febbraio. Lo rende noto l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco Aifa, che definisce le modalità di uso del prodotto Paxlovid. La pillola sarà presto disponibile in Italia, “dalla prima settimana di febbraio 2022“, spiega l’ente regolatorio in una nota. Il farmaco aveva già avuto nel dicembre 2021 il parere favorevole, della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’agenzia, per la distribuzione in emergenza.
Nella seduta del 28 gennaio, la Cts dell’agenzia ha definito i criteri di utilizzo dell’antivirale orale per la cura del covid.
Paxlovid, che nello studio registrativo si è dimostrato efficace nel ridurre dell’88% il rischio di ospedalizzazione e morte, è indicato – spiega ancora l’Aifa – per il trattamento di “pazienti adulti con infezione recente da Sars-CoV-2 con malattia lieve-moderata che non necessitano di ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 severo“.
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Il trattamento con Paxlovid deve essere iniziato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e ha una durata di 5 giorni. “Le modalità per la selezione dei pazienti e per la prescrivibilità e distribuzione del farmaco saranno le stesse già stabilite per l’altro antivirale orale (molnupiravir)“, informa l’ente regolatorio nella nota. “È previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, che sarà accessibile sul sito dell’Agenzia”.
COME FUNZIONA
Una decina di giorni fa, Pfizer ha fornito dati sull’efficacia del farmaco in particolare contro la variante Omicron. “I risultati di numerosi studi dimostrano che l’efficacia in vitro di nirmatrelvir“, il principale inibitore della proteasi del farmaco anti-Covid Paxlovid, “viene mantenuta contro Omicron“. Gli studi suggeriscono che la pillola “ha il potenziale di mantenere concentrazioni plasmatiche molte volte superiori alla quantità necessaria per impedire la replicazione di Omicron nelle cellule“.
“Siamo incoraggiati da questi risultati iniziali di laboratorio” afferma Mikael Dolsten, Chief Scientific Officer e presidente Worldwide Research, Development and Medical di Pfizer. “Abbiamo progettato specificamente Paxlovid per mantenere la sua attività” trasversalmente “fra i coronavirus, così come per le attuali varianti di preoccupazione con mutazioni prevalentemente sulla proteina Spike“, aggiunge l’esperto ricordando i dati clinici che hanno mostrato una riduzione del “rischio di ospedalizzazione o morte di quasi il 90% rispetto al placebo per i pazienti ad alto rischio se trattati entro 5 giorni dall’esordio dei sintomi”.
Si dice “incoraggiato” anche il Ceo di Pfizer Albert Bourla, che commenta via Twitter i primi dati sulla pillola anti-Covid e Omicron. Dati che, continua Dolsten, “suggeriscono che questa terapia orale può essere uno strumento importante ed efficace nella nostra continua battaglia contro questo virus e le attuali varianti, incluso l’altamente trasmissibile Omicron. I risultati in vitro continueranno a essere convalidati”.
EFFETTI
Recentemente, dagli Stati Uniti sono arrivate osservazioni di esperti relative al fatto che il farmaco di Pfizer “potrebbe avere interazioni anche gravi e pericolose per la vita con altri farmaci tra cui alcuni fluidificanti del sangue, le statine e gli antidepressivi”, secondo quanto ha detto Peter Anderson, docente di Scienze farmaceutiche all’Università del Colorado, affermando che “alcune di queste interazioni non sono banali e dovremo stare molto attenti”.
Le interazioni dell’antivirale con alcuni farmaci sono state evidenziate anche dalla stessa Fda che infatti – ha detto a ‘Nbc’ – non l’ha raccomandato per le persone con gravi malattie renali o epatiche.
Un portavoce di Pfizer, in una dichiarazione al sito The Hill, nelle scorse settimane sottolineato che le eventuali “interazioni con altri farmaci sono state esaminate in una serie di test in vitro e studi clinici“. Alcuni farmaci potrebbero essere soggetti a controindicazioni, “tuttavia, alla luce del fatto che il trattamento ha una durata breve di 5 giorni, in combinazione con la dose bassa di ritonavir (uno dei principi attivi utilizzati, ndr) di 100 milligrammi, riteniamo che i professionisti in ambito sanitario troveranno la maggior parte delle interazioni genericamente gestibili“.