Pino Daniele: inchiesta sulla morte verso l’archiviazione

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Con una richiesta di archiviazione la procura di Roma ha concluso l’indagine sulla morte di Pino Daniele. Il reato ipotizzato era l’omicidio colposo ma dall’inchiesta è emerso che dietro la morte del cantautore, avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 gennaio scorsi, non ci sono responsabilità. Daniele era malato di cuore da tempo e, secondo le conclusioni a cui è giunta l’indagine, il decesso è stato determinato dal decadimento dell’organo.

A sollecitare l’archiviazione sono stati il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Marcello Monteleone. Nella richiesta sottolineano che il cantautore potrebbe aver subito uno choc cardiogeno e di qui il decadimento dell’organo. Un certo peso, secondo la richiesta, potrebbe aver avuto l’assunzione di farmaci vasodilatatori presi da Daniele nella convinzione di poter superare la crisi quando si manifestarono i primi sintomi.

 

Pino Daniele decide di farsi visitare a Roma mentre era ancora lucido

Secondo le conclusioni del magistrato il farmaco in questione anche se da un lato aumenta il flusso sanguigno dall’altro abbassa la pressione determinando ulteriormente la gravità del quadro clinico.

Quanto al mancato ricovero nell’ospedale di Orbetello, luogo di residenza di Pino Daniele, non sarebbe stato risolutivo. Scegliere comunque di venire a Roma per farsi visitare fu una decisione presa unicamente dallo stesso Daniele che al momento era consapevole e lucido. (Fonte Adnkronos)