di Giuliana Gugliotti e Manlio Converti
Erano i primi anni Settanta quando Giovanni Minerba partì dalla sua terra natale, il Salento, per andare a vivere nel profondo Nord, a Torino. Fu qui che incontrò, conobbe e si innamorò di Ottavio Mai, poeta e regista che ha rivoluzionato il modo di guardare al mondo LGBT.
“Negli occhi il cinema, nelle mani l’amore” è insieme molte cose. E’ la storia di un amore, la storia del cinema gay e di uno dei suoi più antichi festival, quello di Torino, ma soprattutto è la storia della vita di un uomo, dalla sua nascita alla (purtroppo) prematura morte, che un altro uomo, suo compagno per 15 anni, ha voluto dedicargli in occasione del ventennale della sua morte.
Un graphicnovel che si snoda attraverso le gioie e i dolori, i successi e i fallimenti, pubblici e privati, di un personaggio che ha avuto un ruolo cruciale nell’emancipazione omosessuale e nella battaglia per il riconoscimento dei diritti LGBT. E l’ha fatto nel modo in cui meglio sapeva: attraverso il cinema. Ottavio Mario Mai, fondatore del festival “Da Sodoma a Hollywood” di Torino, il primo festival europeo dedicato al cinema gay, viene svelato in questo libro a fumetti grazie al ricordo di uno degli uomini che gli è stato più vicino: il compagno Giovanni Minerba, che oggi continua a mandare avanti il festival di cui fu co-fondatore insieme a Mai, “nonostante la sua assenza, o forse grazie alla sua presenza”.
Poeté diventa ancora una volta luogo di incontro e soprattutto di riflessione sull’importanza del ruolo che lo strumento culturale, in questo caso il cinema, riveste nel portare avanti il dibattito LGBT, su quanto l’Italia sia ancora poco aperta per accogliere film a tematica omosessuale e su come questa venga relegata sempre all’interno di un copione drammatico, che sembra escludere a priori la possibilità di un “gay happy ending“.
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13 novembre 2013