Dopo 53 anni di servizio nella sede del Bosco di Capodimonte, la polizia a cavallo rischia da oggi di andare via per sempre da Napoli per essere trasferita nella capitale a causa dei nuovi tagli previsti dal Governo. I fruitori del bosco e gli abitanti di Capodimonte si ribellano alla decisione e si mobilitano per fare in modo che il reparto a cavallo della Polizia di Stato rimanga dov’è adesso e non vada via a scapito della sicurezza di tutti. I residenti hanno, infatti, dato vita ad una raccolta firme e hanno aperto una pagina Facebook per evitare la chiusura di quell’importante reparto che moltissime volte è intervenuto sventando molti episodi di criminalità avvenuti nel grande polmone verde della nostra città. Il consigliere comunale, Giuseppe Barbato, ha stilato insieme a Anna Ferrara, delegata comunale antiracket, un documento per evitare che il reparto sia chiuso per poi inviarlo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero degli Interni, alla Polizia di Stato, la Prefettura, la Questura, il sindaco e il presidente della Municipalità. “Con la scomparsa di questo reparto si rischia che il Bosco torni ad essere terra di nessuno. La polizia a cavallo è stata fondamentale per la sicurezza del parco e ha sventato negli anni numerosi reati, come lotte fra cani, incendi, riti satanici, spaccio, sversamento illegale di rifiuti, molestie e pedofilia“.
La storia della polizia a cavallo a Napoli
Il reparto a cavallo della Polizia di Stato è ubicato nell’antico edificio degli Acquaviva di Carmignano, è stato operativo a partire dal 1961 fino al 1974, quando venne chiuso per motivi logistici per poi essere riaperto nel 1987 per vigilare sulle opere monumentali presenti sul luogo.