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Pompei: antica necropoli all’asta?

di Redazione

Pompei – Le vicende legate al sito archeologico di Pompei sono sempre complesse ed intricate: non è da meno quella che riguarda la querelle tra la Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e la signora Antonietta Annunziata, 82enne, proprietaria del terreno vicino alla Porta Stabia dove è conservata un’antica necropoli pompeiana.

Si tratta di 1.490 metri quadrati di terreno, componenti il giardino della sua villa, che nel 2008 erano stati espropriati alla signora dalla Soprintendenza che, negli anni, vi ha effettuato gli scavi che hanno portato alla luce la necropoli sepolta e due imponenti monumenti funerari di grande interesse storico-culturale.

La signora Annunziata, forse non soddisfatta dall’esproprio dell’istituzione, ha ingaggiato una lunga battaglia legale che qualche mese fa l’ha vista trionfante: secondo il Tar della Campania, infatti, il decreto con cui il terreno è stato espropriato alla signora non sarebbe mai stato formalizzato, dunque l’anziana donna è potuta rientrare nel proprio ruolo di proprietaria, accorgendosi di avere tra le mani una vera e propria fortuna. A nulla sono valse le giustificazioni addotte dalla Soprintendenza, secondo cui la mancata formalizzazione sarebbe da imputare proprio all’Annunziata, che non avrebbe accettato l’indennità prevista per l’esproprio e l’occupazione del suolo.

La Soprintendenza è stata condannata finanche a risarcire la signora Annunziata per i danni causati dagli scavi nel suo giardino e la cifra ammonta a ben 151mila euro. Per ora ne ha incassati “soltanto”  103mila, dunque l’avvocato dell’anziana proprietaria, Livio Provitera, ha stabilito di dare il via ad una nuova azione legale. Inoltre, a seguito della richiesta della Soprintendenza, in virtù della quale alla signora Annunziata toccherebbe l’arduo compito di salvaguardare e restaurare l’area archeologica, il legale ha ottenuto dalla cliente un mandato per organizzare un’asta per la vendita privata del terreno, necropoli inclusa.

Un pezzo di storia che, pur appartenendo alla collettività, rischia di diventare impagabile rarità nelle mani di un collezionista.

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Redazione Desk

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