Vuota come un deserto, triste e privata della sua caratteristica più pittoresca: i libri. A Port’Alba oggi si celebra la morte della cultura, quella racchiusa nei libri ma anche nella storia di una città il cui volto continua giorno dopo giorno a essere sfigurato, storpiato, cambiato (in peggio).
In seguito al blitz della Polizia Municipale dello scorso 5 luglio, la maggior parte dei librai che esponevano la merce in bancarelle lungo la via che da piazza Dante porta a piazza Bellini sono stati costretti a sbaraccare. Salatissime le multe, scattate per occupazione abusiva di suolo: “117 euro a metro quadro, che diventano 170 se non pagate entro 3 giorni, moltiplicate per 8 librerie”. L’operazione sarebbe scattata proprio in seguito alla denuncia di un ignaro libraio, che avrebbe allertato la polizia municipale per chiedere un intervento contro i venditori ambulanti (di cover e altri gadget, gli extracomunitari, per intederci) che stavano lentamente occupando la zona. Nessuno avrebbe mai pensato che l’operazione della polizia Municipale potesse arrivare a coinvolgere anche le storiche librerie di Port’Alba. Soprattutto perché tra i librai della zona e il Comune c’è da tempo in corso una trattativa per ottenere i permessi all’occupazione, proprio in virtù della rilevanza storica delle bancarelle di libri di Port’Alba.
Eppure, le multe ci sono state; a nulla è servito il (successivo) braccio di ferro tra De Magistris, che si è dichiarato all’oscuro di tutto, e il comandante della Polizia Municipale Ciro Esposito, che ha sostenuto le ragioni dei suoi uomini: “Laddove c’è una qualunque irregolarità, siamo chiamati a intervenire senza fare distinzioni”. L’operazione della Polizia Municipale non è piaciuta ai napoletani, che sono insorti a gran voce a tutela delle bancarelle di Port’Alba, considerate un vero e proprio patrimonio storico della città. Per ora però, tutto si è risolto in un nulla di fatto: i librai sono stati costretti a sbaraccare per evitare ulteriori sanzioni, e oggi Port’Alba appare così come la vedete in foto, più vuota e triste che mai.
E non finisce qui. Oggi la vicenda si colora di tinte fosche: stando alla denuncia di uno dei librai di Port’Alba, raccolta da Francesco Emilio Borrelli della Radiazza, dietro allo sgombero si celerebbe la mano di un misterioso uomo potente del quartiere, che dopo aver ricevuto uno “sgarro” da parte di un ambulante avrebbe voluto dimostrare il suo potere ai librai della zona con un atto di forza. Se così fosse, il vuoto di Port’Alba, lungi dal rispecchiare il vuoto della nostra memoria storica, sarebbe invece un “tutto pieno” di “inviarmi” sospetti e oscure manfrine.
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