“Apprendiamo da fonti di stampa di un ennesimo triste caso di finte cremazioni su cui indaga la Procura di Roma. Nel cimitero di Prima Porta avrebbero finto di cremare salme restituendo ai cari un’urna su cui piangere con del semplice terriccio. Restiamo ancora una volta sgomenti e sbigottiti da come professionisti del comparto funebre possano così facilmente speculare sul dolore delle persone trattando spoglie mortali come rifiuti da smaltire alla meglio”. È l’osservazione di Gennaro Tammaro, titolare dell’omonima ditta di pompe funebri, sulle ultime notizie riguardanti l’inchiesta del cimitero di Prima Porta.
“Vogliamo ricordare – continua Tammaro – che già in passato casi simili si sono ripetuti su tutto il territorio nazionale. In un periodo complesso come quello che stiamo vivendo in queste ore a causa della pandemia da Covid 19, poi, il rischio di incappare in una truffa potrebbe addirittura aumentare. Ed è per questo che, già anni fa, abbiamo deciso di trovare un modo per ‘certificare’ le cremazioni. Un’idea semplice ma al contempo brillante: abbiamo dotato la cassa sigillata e destinata al forno di un pezzo di puzzle di un cuore che combaci perfettamente e abbia la stessa matrice del pezzo che invece lasciamo ai parenti del defunto prima della cremazione. Più passa il tempo più la richiesta di questo servizio aumenta”.
“C’è una consapevolezza diversa da parte della popolazione – conclude Tammaro – di ciò che accade durante l’iter che porta alla cremazione, ma come dimostrano i fatti l’insidia di incappare in un raggiro da far gelare il sangue è dietro l’angolo. Per questo per noi è importante ribadire ai cittadini che esistono modi per non farsi truffare”.