La vita di un ragazzo non può valere 30 euro. Noi non valiamo 30 euro. Questo lo slogan scandito dai partecipanti al sit-in di protesta a Napoli davanti alla Direzione territoriale del Lavoro all’indomani della morte del 22enne Salvatore Caliano caduto da un lucernario che si era prestato a pulire con l’intenzione di aggiungere quei pochi euro alla sua paga di barista.
Gli organizzatori dell’iniziativa, appartenenti al movimento Napoli Direzione Opposta che raccoglie varie sigle di precari e attivisti, hanno esposto uno striscione e distribuito volantini. ”Nel 2018 sono già 350 i morti sul lavoro – ha raccontato al megafono uno dei partecipanti – è l’ora che tutti si attivino contro precarietà e lavoro nero lo stesso che Salvatore, pochi giorni fa, ha accettato salendo su quel lucernario senza garanzie e senza protezioni. Non si può morire a 20 anni per 30 euro”.
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