Premio Brancati 2018, la napoletana Wanda Marasco finalista per la sezione Narrativa

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La Giuria della XLIX edizione del Premio Vitaliano Brancati dedicato al grande scrittore dal Comune di Zafferana Etnea, composta da esponenti della cultura letteraria italiana, vincitori delle edizioni precedenti e gruppi di lettura scelti di anno in anno sull’intero territorio nazionale, ha decretato i finalisti per le tre categorie: Narrativa, Poesia e Giovani.

Tra i finalisti, a concorrere nella categoria narrativa con il libro “La compagnia delle anime finte” (Neri Pozza), la scrittrice Wanda Marasco, già finalista la scorso anno al Premio Strega con il medesimo romanzo. Di seguito vi riproponiamo la video-intervista fatta per la rubrica D’Amore e D’Arte con ospite proprio la scrittrice napoletana.

La compagnia delle anime finte

Dalla splendida collina di Capodimonte nota come «la Posillipo povera», Rosa osserva Napoli e ripensa alla madre morta. C’è qualcosa che la unisce a quella donna, qualcosa che va oltre il legame di sangue e che risiede in «un guasto» che ha marchiato le vite di entrambe. Alla ricerca di quel guasto, Rosa rivive la storia di sua madre, Vincenzina, dall’incontro con il suo futuro padre, Rafele, alla nascita di un amore nato in mezzo alla povertà e alla lordura del borgo dei Vergini, dove la guerra sembra non finire mai. Come in un film proiettato solo nella sua mente, Rosa passa in rassegna la morte di suo padre Refele, la decisione di Vincenzina di iniziare a praticare il prestito a usura e la richiesta a Rosa di accompagnarla nei suoi giri per le vie del quartiere, per aiutarla a conteggiare gli interessi. Ma il flusso di memoria di Rosa è una giostra che non può fermarsi. E allora davanti agli occhi le appaiono per magia anche altre persone. «Anime finte» che, come gli attori di una compagnia teatrale, salgono sul palco e recitano la loro parte: Annarella, l’amica d’infanzia, la sua tentatrice; Angiulillo, un ragazzo assoldato dai NAR e dalla camorra per compiere la strage di Bologna; Emilia, una tenera e primitiva down; il maestro Nunziata, sognatore incandescente; il trans Maria. Una galleria di gente esclusa dalla storia a cui Rosa sente di dover restituire quella dignità che è stata rubata loro dalla società. Perché la povertà non finisce mai, pensa Rosa, è la gente che decide di dimenticarla.

Wanda Marasco è nata a Napoli, dove vive. Diplomata in Regia e Recitazione all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, è autrice di romanzi e di raccolte poetiche. Ha ricevuto il Premio Bagutta Opera Prima per il romanzo L’arciere d’infanzia (Manni 2003) e il Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997). Ha lavorato in teatro come regista e autrice. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e greco.

PREMIO BRANCATI 2018

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Per la Narrativa sono stati selezionati:

Michele Mari  “Leggenda Privata” Einaudi

“Non c’è scampo per chi scrive: anche se credevi di esserti già messo a nudo, il passato torna sempre. E stavolta chiede il conto. Un’«autobiografia horror» in cui l’autore sfida se stesso confrontandosi con il demone più forte di tutti: la letteratura.”

Figlio del designer Enzo Mari e della disegnatrice Iela Mari, insegna Letteratura italiana all’Università Statale di Milano anche se dal 1992 risiede a Roma. Collabora alle pagine letterarie di Repubblica, dopo aver scritto per anni sul Corriere della Sera e sul Manifesto. Ha scritto numerosi romanzi, saggi e ricevuto importanti premi letterari. 

Wanda Marasco “La compagnia delle anime finte” Neri Pozza

“Dalla collina di Capodimonte, la «Posillipo povera», Rosa guarda Napoli e parla al corpo di Vincenzina, la madre morta. Le parla per riparare al guasto che le ha unite oltre il legame di sangue e ha marchiato irrimediabilmente la vita di entrambe”.

Scrittrice, attrice, regista e insegnante napoletana, i suoi due ultimi romanzi pubblicati da Neri Pozza hanno avuto un grandissimo consenso e sono stati finalisti di alcuni premi letterari.

Giorgio Falco  “Ipotesi di una sconfitta” Einaudi

 “Lo sgretolamento di un Paese incarnato nel corpo e nella vita di un uomo.

Un magnifico romanzo sul lavoro, che da narrazione epica diventa cronaca del fallimento.”

Lo scrittore nato ad Abbiategrasso è al suo settimo romanzo dall’ esordio nel 2004. Dal 2009 collabora con Repubblica.

Nella categoria Poesia

Nino de Vita  “Sulità”  Mesogea

 Nino de Vita è riconosciuto come una delle voci poetiche più interessanti e rigorose delle letteratura contemporanea. Nel 1996, per la sua opera poetica, gli è stato assegnato il Premio “Alberto Moravia”;

Sulità, solitudini, si compone di venticinque racconti. In ognuno di essi, un personaggio vive una sua solitudine, dolorosa come sono tutte le solitudini non liberamente scelte

Guido Mazzoni  “La pura superficie” Donzelli

 È tra i fondatori del sito culturale «Le parole e le cose». Insegna letteratura all’Università di Siena.

“Un libro che parte dalle superfici (i finestrini di treni e aerei, gli schermi dei media, le facce degli altri) per ricercare la profondità. Un libro che alterna testi in versi e testi in prosa per allargare i confini e il pubblico della poesia.”

Franco Arminio “Cedi la strada agli alberi” Chiarelettere

Poesie d’amore e di terra poiché il poeta, scrittore e documentarista Franco Arminio è stato spesso definito “paesologo”, e tutta la sua opera è permeata da una profonda passione, vissuta in prima persona in Irpinia.

 

Per la categoria Giovani

Claudio Volpe  “La traiettoria dell’amore” Laurana

Ventotto anni, nato a Catania, vive a Roma, Claudio Volpe ha già presentato due romanzi al Premio Strega, curato raccolte e scritto “Raccontami l’amore” sui temi dell’omosessualità e della violenza sulle donne.

“Sii vivo, sii vero, sii felice. E non preoccuparti se non riuscirai ad accettare il peso della tua vita. Non è accettarsi che ci aiuterà ad andare avanti. Accettarsi spesso non serve a nulla”.

Anna Giuricovich Dato  “La figlia femmina”  Fazi

Anche Anna Giurickovic Dato è nata a Catania e vive a Roma, “La figlia femmina”  è il suo romanzo d’esordio, ambientato tra Rabat e Roma, racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile.

Nicola Cosentino “Vite e morte delle aragoste” Voland

Nato a Praia a Mare nel 1991, vive a Cosenza, dove cura per l’Università della Calabria un progetto di ricerca sulle distopie contemporanee. Questo è il suo secondo romanzo.

“Tra la provincia calabrese e Roma, tra sogni di gioventù, appartamenti condivisi, viaggi, storie d’amore, ambizioni letterarie, legami che nascono e rapporti che si sfaldano, Antonio e Vincenzo attraversano insieme gli anni del liceo e dell’università, fino ad arrivare alla soglia dell’età adulta.”

 Ora la Giuria avrà quattro  mesi di tempo per decidere chi sarà il vincitore di ciascuna categoria che sarà premiato durante una cerimonia a Zafferana Etnea il 29 settembre.