Un libro, due amici e una storia. Uno scrive libri, l’altro scrive canzoni e racconti per bambini. Una sera lo scrittore come sempre, sottopone l’inizio di una storia che sta scrivendo all’amico, che dopo averla letta gli piace talmente tanto che chiede di poterne scrivere il seguito. È così che nascono “I figli di Gianna”, pseudonimo di Tonino Scala e Carmine Spera. Figli di Gianna perché entrambi hanno le madri che si chiamano Gianna e per uno strano caso del destino anche i loro padri hanno lo stesso nome, Giovanni, ed entrambi i figli portano il nome del nonno.
Presentazione “E’ sempre la stessa storia”, libro scritto a 4 mani da “I figli di Gianna”
Sempre una sera Carmine chiede a Tonino di poter continuare la storia, scrivendo un capitolo, e va a finire che ne scrivono uno a testa. La cosa strana è che ne scrivono pure uno per i lettori di lingua cinese. Ambiziosi i ragazzi! Il titolo del libro è emblematico per lo svolgimento del racconto: “È SEMPRE LA STESSA STORIA”. Il sogno di due ragazzi alla prima rapina che si snoda in alcuni quartieri e vicoli di Napoli, tra cui Scampia spicca come una fotografia di Napoli che incuriosisce il lettore più attento, che conosce il posto, cercando di individuarne l’esattezza della collocazione dei posti.Ad ogni capitolo la stessa storia, assumendo il diverso punto di vista di ogni personaggio. Ogni protagonista ha una storia personale rispetto alla storia e allo stesso tempo una motivazione per starci dentro a pieno titolo. Un racconto divertente ma che da spunto per affrontare i temi seri di una città multietnica, che come una madre matrigna accoglie i suoi abitanti. Moglie, amante, santa e talvolta puttana, la realtà che vive ogni giorno chi ci vive a pieno titolo, con e senza la poesia che ci regala Napoli, ogni volta che la osserviamo in silenzio. È una sirena adagiata sul mare ma anche una medusa che impietrisce chi non la capisce, non la comprende.
Infine, non mancherà un finale a sorpresa, che ci porterà a Castelvolturno, un’altra bella realtà difficile di questa terra. Un capitolo che merita la lettura di tutto il libro, con un personaggio che è emblematico per descrivere in sintesi il significato del titolo “È sempre la stessa storia“…
Un libro che ti lascia il desiderio di chiedere agli autori un seguito, perché questa vena di scrittura a 4 mani non può finire così, ma chissà, magari poi ci regaleranno “LA STORIA PROSEGUE”, con altre storie, altri spazi di poesia in mezzo a tanta precarietà del vivere. Napoli è pur sempre come due braccia aperte che accolgono ogni tipo di cultura e i due nostri scrittori col loro estro creativo di cultura ne hanno da regalare a tutti noi.
PAOLA CIPOLLETTA