Attualità

“Presto che è tardi”: l’uomo e la sindrome del bianconiglio

Chi ha fretta non è amico della verità e neanche dei sogni” dice una frase di Fabrizio Caramagna.

Ecco, da un’attenta analisi sull’uomo e i suoi stili di vita della nostra società, quella della tecnologia, la società 2.0, ho preso spunto per affrontare una tematica che riguarda un po’ tutti noi, senza distinzioni di sesso e/o di età … di cosa parlo? Della fretta! Eh, proprio così! E ho anche scoperto che, nei casi più “gravi”, si parla addirittura di una vera e propria sindrome, la cosiddetta “Sindrome del bianconiglio”. Diciamo la verità, siamo tutti in preda ad una frenesia quasi incontrollata, tutti sempre in balia di raptus quando ad esempio non riusciamo per tempo a fare un qualcosa che avevamo promesso di fare nell’arco della giornata ( lavorativa e/o familiare ), tutti vittime del tempo che manca! Non mi nascondo, metto me stesso in primis. Più volte mi “lamento” quasi nel dire che una giornata dovrebbe avere 48 ore e non 24, tante sono le cose da dover fare! Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, come si suol dire, e, per cercare di accontentare tutti, arriviamo a fine giornata completamente distrutti … ma perchè?  Ci manca sempre più tempo, magari poi sopraggiunge l’ansia, e i nostri progetti vanno a farsi friggere o peggio, eri partito con tutte le più buone intenzioni e ora il tuo obiettivo diventa irraggiungibile … Ecco, questa è ormai la società di oggi, quella 2.0! E, a proposito della calma, ho avuto modo di potermi fermare per un attimo a riflettere: il tempo cos’è? Sull’argomento potrei parlarne per ore, magari portando avanti dei concetti assimilati fin dall’adolescenza in filosofia a scuola, o pensando alle pillole di saggezza offerte dal maestro Luciano De Crescenzo. Sic et simpliciter, il tempo è un qualcosa, un concetto che non si può rallentare o accelerare, che va avanti a prescindere da ciò che facciamo, e questo da sempre, e a prescindere dall’età, ceto sociale e ricchezza … Al giorno d’oggi siamo capaci di poter fare di tutto con le moderne tecnologie e invenzioni, possiamo permetterci di “accorciare tempo e distanze”, fare più cose nell’arco di una giornata, e quindi più cose si riescono a fare e più cose facciamo o ci vengono richieste, magari accompagnate da frasi del tipo “ vabbè, ma puoi fare anche questa cosa, è un affare da neanche 5 minuti!” … però invito tutti alla riflessione: essere padroni del tempo, averne quasi il controllo totale, può portare dei benefici per carità, ma può anche causare danni molto seri dal punto di vista umano, e psicologico soprattutto! La frenesia sembra essere quasi la parola d’ordine da rispettare in qualsiasi contesto ci troviamo, ma ho notato che spesse volte poi siamo stesso noi a cercarci delle situazioni così frenetiche, ci ingabbiamo da soli senza poi riuscire ad uscirne indenni … ma perché cerchiamo una vita frenetica? E che dire del lavoro! “Fai questo, fai quello” oppure “Ma come, stai ancora facendo ciò che ti ho chiesto mezz’ora fa? Ma come sei lento! Sbrigati, altrimenti trovo un altro più veloce di te!”. Quante volte sarà capitato di sentirsi dire simili cose dal proprio capo, mentre magari lui di lavorare non ci pensa proprio! E noi, senza dire mezza parola magari eseguiamo tutto e subito, pur risentendone magari dal punto di vista psicofisico. Dei robot, ecco cosa siamo diventati ormai, degli automi che rispondono solo a dei comandi, forse soprattutto per questo si sta facendo sempre più spazio in società la nuova AI! Dedichiamo le nostre giornate al lavoro, o al massimo ai social e a qualche acquisto (più spesso online), giornata dopo giornata, settimana dopo settimana, in modo talmente automatico da quasi non rendercene conto. La parola “ozio”, il relax, sta diventando quasi un’utopia!

E’ tardi, è tardi” farfugliava velocemente il bianconiglio in Alice nel paese delle meraviglie … avete mai letto e/o visto questa favola? Ecco, forse da bambini non ci facevamo più tanto caso al messaggio dato da questo animaletto che popola il racconto di Lewis Carroll, magari sorridevamo pensando al suo modo di fare così buffo! Ma in realtà il bianconiglio è il simbolo della nostra società, e della sindrome di cui parliamo: l’uomo che, preso dalla paura di non completare i compiti da portare a termine, neanche sta ad ascoltare chi gli sta accanto, non riesce e non può fermarsi mai semplicemente perché “è tardi”. Il tempo per il bianconiglio era un persecutore, scappava da una parte all’altra per non farsi prendere, e noi, quando durante la giornata saltiamo freneticamente da un impegno all’altro, stiamo facendo la stessa cosa, con la sensazione angosciante delle lancette che vanno più veloci di noi. Fa tristezza vero? L’uomo, l’animale sociale per eccellenza, è diventato ormai preda del tempo, e non ha più nulla di sociale!

Tutti noi magari pensiamo che trottando tutto il giorno da una parte all’altra tra impegni vari ( e non tutti poi chissà quanto importanti ) sia quasi di vitale importanza, ma magari non consideriamo che se anche smettessimo di farli non succederebbe proprio nulla, nessuna catastrofe! E, a tal proposito, pongo l’accento su un aspetto molto triste quanto serio: quante volte ci troviamo a dover gestire più cose e, magari, mentre le facciamo riceviamo che ne so, una telefonata di un amico, o di un genitore? E quante volte lo trattiamo quasi in malo modo perché non abbiamo tempo con la banale scusa del ti richiamo dopo oppure “scusami, sono occupato, troppo affaccendato, ti richiamo dopo!” Ecco, magari dopo ci pensiamo al possibile male che abbiamo fatto, forse in quel momento la persona che ci ha chiamato aveva bisogno di noi, voleva parlare con noi, voleva sfogarsi, e noi per tutta risposta lo abbiamo trattato come una scarpa vecchia! Il bianconiglio non dà mai spiegazioni ad Alice circa la sua fretta, non dice mai dove deve scappare quando lei glielo chiede … ma perchè? Beh, io credo che il motivo sia semplice, e lo semplifico con una metafora dei nostri giorni: il bianconiglio dà per scontato che Alice non capirebbe la sua fretta come ad esempio gli adulti di oggi danno per scontato che i bambini non potrebbero mai capire l’importanza degli impegni per cui loro si affannano! Mi concedo di dare a tutti un piccolo suggerimento, una “chicca” da osservare: non dimentichiamo mai noi stessi, poniamo noi stessi al centro delle nostre vite, rallentiamo, impariamo a dire anche no se necessario. Non tutte le ore che abbiamo a disposizione sono destinate a spuntare caselline in un’infinita lista di cose da fare!

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Fabio Iuorio

Osservatore del sociale a 360°, amo scrivere e guardare Oltre Ho amato il ruolo di giornalista e speaker radiofonico fin da bambino, mi piace poter approfondire temi a sfondo sociale spesso ignorati dalla società moderna. Che dire, come si evince dal titolo della mia trasmissione ( Imagine - Il Mondo Che Vorrei ) … sono un eterno sognatore di un mondo come quello descritto da John Lennon in Imagine, un mondo dove non esistono discriminazioni e guerre, nulla per cui uccidere o morire.

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