Primarie Partito Democratico, Bersani vs Renzi: atto finale

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Il 2 dicembre 1804 un piccolo grande uomo si incoronava imperatore dei Francesi nella cattedrale di Notre Dame alla presenza di Pio VII: questi era Napoleone Bonaparte. Celebre il dipinto di Jacques Louis David raffigurante la scena.

Chissà se la data del ballottaggio delle primarie sia stata scelta in modo casuale o con un occhio ad un grande evento del passato.

Chi sarà incoronato leader dei progressisti il 2 dicembre 2012? Pierluigi Bersani o Matteo Renzi? Nessuno si potrà autoproclamare vincitore.

cittadini che si rispecchiano nei valori e nelle idee riformatrici indicheranno le loro preferenze. Sarà certamente una domenica non solo calcistica ma di grande partecipazione contro l’antipolitica dilagante. I tifosi parteggeranno per il loro campione democratico. Il Paese freme, è smanioso di sapere come andrà a finire questa competizione tutta interna alla sinistra. 2 impostazioni, 2 mondi, 2 visioni si affrontano e si scontrano. Dopo i dibattiti televisivi, le interviste, gli interventi a tutto campo, ecco finalmente le urne.

Sarà una scelta in base alle capacità e all’onestà o in ossequio all’utilità e al clientelismo? Inciderà di più l’esperienza o il rinnovamento? Sembra quasi un duello tra concessionari d’auto. Meglio un usato garantito o un nuovo modello? Affidabilità nella scelta o discontinuità del passato?

“La differenza tra me e te”. Non è Tiziano Ferro ma il singolar tenzone di diversità, di divergenti vedute tra il segretario e il sindaco. 10 idee vs i 20 motivi di differenze tra noi e loro. Uno smarcamento continuo.

Con la penna e con il cuoreBersani invita a ripartire. Tra le sue idee la riduzione del finanziamento ai partiti, misure contro la corruzione e i conflitti d’interesse, iniziative per implementare studio e ricerca, invertendo la rotta. Per l’emiliano occorre puntare sull’eccellenze del Made in Italy, procedere con gli Stati Uniti d’Europa ed estendere a tutti più diritti. Le disuguaglianze di reddito, genere e territorialità vanno ridotte per un paese più moderno e giusto. Lavoro, motore centrale dello sviluppo. “Con il coraggio e la responsabilità ce la faremo”, assicura il più maturo dei due.

Adesso: lo slogan del sindaco di Firenze. “Il cambiamento è vicino”. Il giovane amministratore propone l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Gli anacronistici vitalizi vengono considerati la morte della dignità politica. Una politica trasparente incentrata su bilanci on line. Scommesse sono considerate la green economy e la semplificazione del processo tributario. “Bisogna riportare il Sud al centro”, incalza il toscano,”attraverso una rivoluzione del merito e delle conoscenze”, mediante un codice del lavoro più snello. Non ultimo una Rai libera dagli interessi dei partiti. Renzi si presenta come un portatore di speranza e non riduttivamente un rottamatore tout court, per mandare a casa chi siede in Parlamento da 15 anni.

Dunque 2 idee di futuro da scegliere!

Dopo i post su Facebook, i colpi di Twitter, i botta e risposta mediatici, basterà un caffè  o un pranzo tra i duellanti? Quanti ramoscelli d’ulivo serviranno per riconciliare gli animi? Che vinca il migliore! E che realmente sia Italia bene comune e non un semplice slogan soltanto per l’occasione. Un risveglio della fiducia, partendo da giovani e donne per contribuire al cambiamento concreto del nostro Paese.

Diego Scarpitti