Primo maggio a Bagnoli: tensione tra polizia e manifestanti. Agli inizi della manifestazione, organizzata dai cittadini, le realtà di base, le associazioni e i comitati popolari dell’area occidentale di Napoli anche per protestare contro il commissariamento di Bagnoli, si crea subito un clima di nervosismo; la polizia contesta ad alcuni cittadini che le aste delle loro bandiere non sono conformi alla normativa e chiede di non portarle in corteo. I cittadini si innervosiscono, leggendo questa disposizione come una provocazione e sicuramente non aiuta ad iniziare la giornata in maniera serena e pacifica. Ad aumentare la tensione anche la manifestazione dell’UGL a pochi metri, a Via Giochi del Mediterraneo. Un cordone di agenti di sicurezza viene schierato per evitare qualsiasi contatto tra le due manifestazioni. I funzionari della polizia e organizzatori della manifestazione si confrontano con toni molto duri, poi per fortuna la situazione si tranquillizza, il buon senso sembra prevalere e il corteo può partire.
Poco da festeggiare, molto per cui lottare
Gli organizzatori della manifestazione hanno scelto un claim molto chiaro, per sottolineare come il primo maggio ai tempi della crisi sia un momento di lotta e non certo di festeggiamento: “La crisi economica continua a mordere le famiglie, i lavoratori, i disoccupati, gli studenti, malgrado i mass media di regime millantino segnali di improbabili riprese economiche. Menzogne, per occultare un futuro sempre più fosco, con nuovi tagli allo stato sociale, nuovi licenziamenti, nuove privatizzazioni dei beni collettivi; meno garanzie per il lavoro, l’istruzione pubblica, la tutela di salute ed ambiente. E’ questo lo scenario disegnato dalle politiche dell’Unione Europea per promuovere i profitti capitalisti e la competitività sui mercati internazionali, esasperando le differenze sociali e territoriali. In Italia è il governo Renzi che se ne fa interprete, con provvedimenti come il Jobs Act, la Buona Scuola, lo Sblocca Italia, che precarizzano/privatizzano ulteriormente lavoro, istruzione, beni comuni e territorio”.
Le nuove guerre tra poveri
La solidarietà tra le classi popolari viene affermata con forza: “L’obiettivo dei padroni è reprimere e contenere il malcontento popolare, deviandolo verso falsi obiettivi e guerre tra poveri, meglio se stranieri. A questo servono le sparate mediatiche degli utili idioti fomentatori di xenofobia, quali sono i Salvini e le Santanchè di turno. L’ultima strage di migranti nel canale di Sicilia evidenzia la miseria e l’egoismo delle politiche italiane ed europee, pronte a bombardare un paese ‘canaglia’ ma indisponibili ad accogliere persone colpevoli solo di fuggire situazioni di guerra, miseria e sfruttamento determinate spesso proprio dalle politiche dei paesi ricchi e dei governi locali loro alleati”.
Renzi statte ‘a casa
La manifestazione ha tra i suoi punti anche la contestazione alla “annunciata visita a Napoli del presidente del Consiglio, che il 16 maggio inaugurerà a piazza Municipio la nuova fermata della Metropolitana. E’ inaccettabile che Renzi venga a farsi bello in una città che soffre ogni giorno i tagli di spesa operati dal suo governo e da quelli precedenti, che stanno mandando a picco i servizi locali, a cominciare proprio dai trasporti pubblici (conosciamo tutti i disastri di Cumana e Circumvesuviana). Occorre organizzare una mobilitazione popolare per assediare Renzi e fargli capire che a Napoli non è affatto benevenuto; anche di questo parleremo nell’assemblea che si terrà dopo il corteo del 1° maggio, alla Piazza a mare di Bagnoli. Dalla crisi non si esce chinando la testa, organizziamo la nostra rabbia e facciamoci sentire“.