“Una battuta infelice che rischia di alimentare l’odioso fenomeno del bullismo tra i minori”. L’uscita (non proprio corretta, ammettiamolo, per quanto spassosa), di Alessandro Siani al Festival di Sanremo non è piaciuta a molti. Tra coloro che hanno puntato il dito contro il comico napoletano c’è anche il Codacons, associazione in difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori, che ha commentato con parole durissime l’intervento di Alessandro Siani all’Ariston.
Codacons contro Siani: ecco cosa rischia il comico
Il Codacons ha infatti chiesto alla Rai, attraverso un comunicato stampa ufficiale, di punire il comportamento giudicato politicamente scorretto di Siani, elevando “una sanzione nei confronti del comico per l’evitabile battuta a danno del bambino in sovrappeso”, appartenente a una categoria “debole” e quindi da difendere, soprattutto davanti all’aumento indiscriminato di atti di bullismo nei confronti di bambini e adolescenti con problemi di sovrappeso.
Codacons contro Siani: le dichiarazioni del presidente Rienzi
“La vicenda” spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi “assume un valore non indifferente se si considera l’enorme platea televisiva che ha assistito alla scena, costituita anche da giovani e giovanissimi che potrebbero essere portati ad emulare simili prese in giro“. La mente corre subito alla storia di Vincenzo, il 14enne di Pianura seviziato con un compressore da un gruppo di bulli che lo prendevano in giro proprio per il suo peso.
Secondo il Codacons, la colpa di Siani sarebbe quella di aver dato il cattivo esempio su un argomento che invece andrebbe trattato con molto più tatto e delicatezza, per evitare il verificarsi di episodi di aggressione simili a quello che ha visto protagonista il piccolo Vincenzo, sfruttando un mezzo di comunicazione di massa come la televisione, per giunta durante una trasmissione come Sanremo, di grande impatto e rilevanza mediatica. “Il problema del bullismo nelle scuole a danno di bambini e minori con difetti fisici è un argomento molto serio” conclude Rienzi, “che andrebbe affrontato partendo proprio dalla tv, che dovrebbe dare per prima il buon esempio, cosa che ieri non è certo avvenuta”.