Guarda il nostro VIDEO di risposta a Report: ecco come a Napoli si fa la pizza
Secondo Antonio Limone a parlare sono gli stessi fatti che Report ha riportato ma, in base a un punto di vista più ampio, interrogati ulteriormente hanno dato risposte più complete e integrate. Nuove analisi di laboratorio dimostrano che i dati diffusi da Report non sono attendibili per via di un vizio di metodo, un margine d’errore abbastanza alto capace di deformare i dati stessi.
«Quando a metà della scorsa settimana è andata in onda l’anteprima del servizio che di lì a breve sarebbe stato trasmesso su Rai Tre, consumatori e pizzaioli hanno iniziato a chiamarci senza sosta», afferma in maniera accorata lo staff dell’Associazione Verace pizza napoletana, l’associazione organizzata dei pizzaioli che raccoglie oltre 3mila iscritti sul globo. Ciò di cui l’Associazione incominciò ad essere preoccupata è che non solo un’intero bacino di domanda del prodotto in questione era allarmato ma che un opinione del genere potesse divenire evidenza sociale.
Contro questo pericolo l’associazione dei pizzaioli ha contattato l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici. In base a ulteriori ricerche dell’Istituto porticese la pizza non è cancerogena, non esistono livelli di criticità degli elementi che ne dichiarerebbero l’inadeguatezza per i palati, Report è vittima di un errore di forma.
All’incontro organizzato ieri pomeriggio dall’Associazione Verace pizza napoletana Limone ha dimostrato che nei campioni analizzati la quantità dell’elemento cancerogeno del benzoapirene è inferiore a 0,5 nanogrammi per grammo e non dell’1,5 come Report ha riportato nelle sue trasmissioni. La così definita differenza tra di dati di Report e quelli dell’Istituto di Portici, se non obbediscono a finalità ideologiche, sono legati a errori metodologici che di conseguenza hanno deformato le proiezioni teoriche in base ai dati raccolti.
«Analizzando il prodotto per intero, quindi dopo averlo frullato, i risultati sono quelli ottenuti dai nostri laboratori (…). Sommate tra loro neanche le altre sostanze cancerogene riscontrate raggiungono in nessun caso il limite previsto dalla normativa europea e fissato a 30 nanogrammi per grammo».
La pizza napoletana rimane un alimento di inestimabile salubrità e veicolo complesso per lasciarsi letteralmente penetrare da uno dei più fantastici distillati di storia e cultura del Mezzogiorno. I consumatori possono rimanere tranquilli, la pizza napoletano è un prodotto di eccellenza.