“Tifo Roma” e lo accoltellano. Romano ferito a via Mezzocannone, torna il tifo violento

L'ondata d'odio tra napoletani e romanisti che ha ucciso Ciro Esposito arriva anche a Napoli. A nulla è servito l'appello di mamma Antonella alla non-violenza

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Sono passate due settimane dai funerali di Ciro Esposito. Due settimane di lutto e di difficile ripresa per la famiglia e per l’intera città di Napoli, due settimane che avrebbero dovuto essere di riflessione e meditazione su quanto accaduto quella sera all’esterno dell’Olimpico, sull’assurdità di una morte senza colpe, se non quella di essere tifoso di un calcio sempre più malato. Avrebbe dovuto essere una riflessione profonda, trasversale, quella successiva alla morte di Ciro, che avrebbe dovuto coinvolgere tutte le classi sociali, al di là di ogni credenza o convinzione, di ogni appartenenza alle tifoserie, senza nessuna distinzione di genere o di età. Invece a quanto pare non è stato così. Perché, appena due settimane dopo la morte di Ciro Esposito, lo stesso copione che ha portato alla sua morte è andato in scena nuovamente, questa volta a Napoli.

Ancora tifo violento: si teme per le prossime partite tra Napoli e Roma

Cambia lo sfondo, cambiano le circostanze; il succo resta lo stesso. Un giovane romano, cuoco 25enne residente a Napoli per lavoro, è stato accoltellato sabato sera a via Mezzocannone. La sua unica colpa? Essere tifoso della Roma. Non sappiamo in quali circostanze sia avvenuta, né se ci sia stata, una lite. Forse per sbaglio, forse per incoscienza, il ragazzo deve aver confessato la sua passione per la stessa squadra di calcio di Daniele De Santis, indagato per l’omicidio di Ciro. Alle persone sbagliate. È un episodio già visto, di cui già si conoscono le conseguenze. Per fortuna stavolta chi ha ceduto alla violenza non stringeva tra le mani una pistola, ma un coltello, e forse questo gli ha impedito di uccidere. 10 giorni di prognosi per il giovane ferito, trasportato d’urgenza al Pellegrini. Solo una ferita non troppo profonda per lui, qualche goccia di sangue versato e tanto spavento. La violenza, però, rimane, così come la paura di una spirale infinita di ritorsioni e vendette. Non è bastato l’appello di Antonella Leardi, la madre di Ciro, a fermarla. Non basterà lavare via il sangue dai sampietrini di via Mezzocannone per cancellarla.