David Bowie, Glenn Frey, Black, Maurice White, George Martin, Keith Emerson, Prince non hanno in comune solo il fatto di essere leggende musicali, ma, purtroppo, anche di essere morti in questo “nerissimo” 2016. Se volessimo fare facile ironia, potremmo dire che l’anno non è neanche a metà e quindi c’è ancora tempo, ma c’è poco da scherzare.
Prince è l’ultimo della lista. Deceduto in circostanze poco chiare, è stato trovato privo di vita nell’ascensore dei suoi studi di registrazione. Qualche giorno fa, precisamente il 15 aprile, era stato ricoverato d’urgenza sembra per un’overdose d’oppiacei.
Sappiamo che i grandi artisti spesso fanno una vita dissoluta, ma il vero vizio di Prince erano le donne (l’ex compagna Vanity è deceduta due mesi fa alla sua stessa età 57 anni).
Alcuni voci raccontano di una Sinead O’ Connor, furiosa, che inveiva contro il cantante per essere stata continuamente molestata durante la stesura di Nothing compares to you. E come dimenticare il matrimonio saltato con Kim Basinger per i suoi continui tradimenti?
Però ci resta di Prince la sua assoluta genialità al di sopra delle righe fra grandissimi successi, alcuni flop ,cambi di nome improvvisi (Tafkap, Symbol, The Artist) e comparsate nei club dopo i concerti per interminabili Jam Session.
Nel 1987, la casa discografica Warner Bros (per la quale nel 1992 firmerà un contratto da 100 milioni di dollari) avrebbe dovuto immettere sul mercato The Black Album, un nuovo disco il cui artista sarebbe dovuto rimanere ignoto. A qualche settimana dalla sua distribuzione, però, il disco venne ritirato e le sue copie furono distrutte. Dei fatti ci sono varie versioni: secondo alcuni sembra che Prince non fosse soddisfatto del risultato artistico dell’opera; altri ritengono che Prince fosse snobbato dalla Warner Bros, che preferì seguire la pubblicazione di un remix di Madonna e, altri ancora che fosse infastidito dalla fuga di notizie circa la titolarità dell’opera. Altre voci sostengono, tuttavia, che sia stata un’operazione di pura promozione commerciale. L’album venne poi pubblicato ufficialmente nel 1993 e resta un simbolo di una produzione quasi infinita (sembra che nel cassetto l’artista conservi migliaia di canzoni non ancora pubblicate) che vedeva Prince suonare quasi tutti gli strumenti.
Una carriera, dunque, fra misteri e ambiguità, ma sempre di una qualità straordinaria con pubblicazioni a sorpresa, come le due del 2015, cinema e teatro spezzata, troppo presto in una mattina di Aprile. Ma ogni volta che muore un grande artista restano le sue opere e con esse il ricordo di lui.
Nessuno potrà mai dimenticare Purple Rain, Kiss e Cream solo per citarne alcune.
Pio Russo
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