Processo Berlusconi, niente telecamere in aula

Sapere di andare in tv potrebbe pregiudicare la serenità dei testimoni "la cui funzione pubblica si fonda sul consenso degli elettori". Cioè: i politici

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Chi si aspettava di vedere in tv il processo a Berlusconi rimarrà deluso. Il tribunale di Napoli infatti, presieduto da Serena Corleto, ha vietato la ripresa televisiva costante delle udienze, perché, a suo giudizio, potrebbe avere un’influenza negativa sull’andamento del processo per corruzione e compravendita dei senatori.

Le telecamere potrebbero “imbarazzare” i politici: questa la motivazione dei giudici

Niente speciali tv quindi per gli imputati Berlusconi e Lavitola: le telecamere potranno entrare in aula soltanto nella fase iniziale delle udienze. Secondo i giudici infatti “la particolare invasività del mezzo televisivo e la sua significativa e diretta  percepibilità da parte dei protagonisti dell’accertamento probatorio può recare pregiudizio alla serenità delle testimonianze e ciò, in particolare, nel caso di quelle che devono essere rese da soggetti la cui funzione pubblica si fonda sul consenso degli elettori”. Detto in altre parole, i politici. Che non possono rischiare di “compromettersi” agli occhi dei loro elettori con le loro testimonianze “scottanti”.