di Maria Stella Rossi – Alle 20.00 di questa sera a New York (circa le 02.00 di notte in Italia), l’esecutivo dell’ONU voterà la bozza di risoluzione sull’arsenale chimico siriano, un lavoro durato giorni e che finalmente è giunto al termine dopo l’intesa raggiunta anche con la Russia.
La bozza è composta in tutto da 22 paragrafi, in cui si condanna apertamente l’utilizzo delle armi chimiche, ma al tempo stesso non si accolla la responsabilità dell’attacco del 21 agosto né alle truppe di Assad e né ai ribelli siriani.
“L’uso di armi chimiche costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.” ciò è quanto si può leggere all’interno della risoluzione, ma si è deciso di porre l’accento anche sul possedimento dei gas chimici da parte della Siria: “in caso di inadempienza, incluso il non autorizzato trasferimento o uso di armi chimiche da parte di chiunque in Siria, saranno imposte misure sotto il capitolo sette della carta delle Nazioni Unite attraverso un’eventuale successiva risoluzione.”
Dunque una precauzione tale da portare eventualmente il Consiglio di Sicurezza ad utilizzare quella parte della carta ONU che andrebbe a punire ogni tipo di minaccia alla pace, una violazione di quest’ultima e infine qualunque atto di aggressione.
Una bozza molto forte e dura, che ha comunque visto la stretta collaborazione tra Stati Uniti e Russia per la sua stesura, seguendo fedelmente anche lo stile dell’accordo di Ginevra che ha imposto alla Siria l’obbligo di eliminare qualunque arsenale chimico entro il 2014. Un’impostazione, tuttavia, che sembra non aver preoccupato affatto Bashar al-Assad.
Nella giornata di ieri il dittatore siriano ha rilasciato un’intervista al quotidiano Al-Akhbar, affermando che “le armi chimiche le fabbricavamo come deterrente contro l’arsenale nucleare di Israele. Ora non lo sono più. Oggi abbiamo armi più importanti e più sofisticate.” continuando poi con un messaggio dai connotati ecologici e al tempo stesso ironici. “Abbiamo tonnellate di armi chimiche che per noi costituiscono un peso. Il loro smaltimento sarebbe costato un sacco di soldi e di tempo, anche con rischi ambientali. Lasciateli venire e che le prendano”.
Infine, come ormai d’abitudine, Assad si è lasciato andare a nuovi commenti sugli Stati Uniti. “La politica degli USA è quella di passare da un’aggressione a un’altra. La possibilità che gli Stati Uniti lancino un attacco contro la Siria è ancora reale. O con il pretesto di armi chimiche, o per altri pretesti.”
Un copione già letto e già sentito, dove i personaggi sono sempre gli stessi. Questa volta in scena, però, troviamo anche la bozza di una risoluzione che molto probabilmente, in una serata newyorkese come tante, sarà destinata a diventare la vera protagonista della questione siriana.
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27/09/2013
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