La prostituzione maschile è una realtà criminale organizzata o solo un fenomeno basato sull’iniziativa privata di cittadini isolati?
Ormai sembrerebbe questo l’interrogativo che balugina dalle menti degli agenti del Comando Generale della Polizia Municipale, come in quelle dell’Unità Operativa Tutela Emergenze Sociali e Minori e dell’Unità Operativa Tutela Ambiente, dopo gli arresti di 3 soggetti (di un gruppo composto in realtà di 8 persone) che in Villa comunale, da diverso tempo, vendeva prestazioni sessuali a pagamento.
Ieri, sin dal tardo pomeriggio e fino a notte inoltrata, le squadre degli investigatori e dei vigili urbani, capitanate dal Pagnano e dal Del Gaudio, hanno gestito una importante operazione di contrasto alla prostituzione, la quale però, già a partire da precedenti indagini, si scopre essere stata una importante occasione per i servizi di polizia locali di entrare in contatto con questo fenomeno.
Durante l’appostamento di fronte la stazione zoologica Anton Dohrn 8 persone sono state individuate, di cui solo tre (un cingalese e due napoletani) sono stati denunciati e arrestati per atti osceni in luogo pubblico. In seguito agli espliciti segnali e codici gestuali per l’adescamento dei clienti e il consumo del mercato sessuale, gli agenti sono entrati in azione. In seguito si è scoperto che il 27enne cingalese arrestato era regolarmente residente in Italia, conservava un impiego come badante, e arrotondava il suo stipendio vendendo prestazioni sessuali a 5 euro cadauna.
Ciò che ci stupisce in proposito non è tanto il fenomeno in sé ma l’incredibile ingenuità delle forze di polizia municipale. Il fenomeno della prostituzione maschile è un fenomeno per nulla isolato e libero, anzi, a fianco l’iniziativa privata (molto diffusa negli annunci incontri sui siti web locali), da decenni è gestita dalla criminalità organizzata. La prostituzione maschile è probabilmente più diffusa di quella femminile e più endemica di quest’ultima proprio in quanto è meno conosciuta e studiata. Come si può apprendere nelle serate comprese dal giovedì alla domenica nelle arterie stradali del Centro Direzionale e di Gianturco la prostituzione maschile è soprattutto nordafricana e rom. Di tutt’altro tipo e lingua (italiana e latinoamericana) è quella delle località che costeggiano il quartiere Porto, la quale si mescola con il sesso transessuale.
Sia nel primo che nel secondo caso il fenomeno è qualcosa di storicamente consolidato nella città, ed è pericoloso pensare che i marciapiedi non siano controllati dalla criminalità organizzata. Solitamente la prostituzione maschile dei salotti buoni preferisce adescare sul web e nella dimensione asettica dell’elettronico,, mentre il consumo può solitamente essere stabilito all’occasione o in appartamenti privati, ma è solitamente al Vomero che la prostituzione maschile più borghese trova la sede eletta dei suoi incontri.
Ci chiediamo ora: la prostituzione maschile a Napoli è un fenomeno isolato e autonomo o è controllato e organizzato?
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