I video su internet, le immagini che arrivano nel nostro paese, non fanno altro che aumentare quello che altro non è se non terrorismo psicologico da parte dell’Isis. Ultimo esempio se n è avuto a Porto Recanati, nelle Marche, dove una giacca nera è finita, per un colpo di vento, da uno stendino sistemato su un balcone (come si vede nella foto di Emanuela Addario per Il Resto del Carlino), sui rami di un albero. E quel “drappo” nero, in lontananza, a qualcuno è sembrato la bandiera nera del Califfato, quella che si vede proprio nei proclami e nei terribili video dello Stato islamico.
Dopo un controllo dei carabinieri, si è riscontrato come non ci fosse traccia dell’Isis
Sono stati allertati i carabinieri, che, giunti sul posto, si sono resi conto dell’equivoco. E, dopo aver suonato ad alcune porte di abitazioni e aver effettuato tutte le indagini del caso, per una maggiore sicurezza, hanno potuto riscontrare come dei tagliagole islamici non ci fosse alcuna traccia.
Anche a Gela, un caso di terrorismo psicologico legato all’Isis
Ma non si tratta di un caso isolato nel nostro paese. A Gela, infatti, un’ambulanza con scritte in arabo, che altro non era se non un progetto dell’artista ginevrina Ariane Arlotti per denunciare le violenze israelo-palestinesi, ha letteralmente mandato nel panico gli abitanti della città siciliana, che, anche in questo caso, hanno avvertito le forze dell’ordine.