Qual è la vera storia dell’Unità d’Italia? Cosa accadde durante quegli anni, durante quei momenti che hanno portato l’Italia a essere ciò che è. Come andarono veramente le cose nel 1861 ce lo spiega un video di circa due minuti, un cartone animato che mostra gli scempi compiuti dai Savoia per unire l’Italia. I veri volti di Giuseppe Garibaldi, Nino Bixio, Camillo Benso di Cavour e Vittorio Emanuele II che “defraudarono il sud Italia con brigantaggio ed eccidi riducendo il glorioso regno delle due Sicilie in quello che oggi è il Sud e costringendo i meridionali a emigrare”. In occasione dell’anniversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia, un semplice cartone, spiega come andarono le cose 155 anni fa in un video di Davide Ippolito e Claudio Boschi.
E, nell’anniversario dell’unificazione d’Italia, Napoli si mostra, con la sua rabbia, la sua voglia e il suo bisogno di portare davanti agli occhi del mondo una grandezza che, non tutti, riescono a comprendere. Si, Napoli è stanca, il Meridione altrettanto e, questa stanchezza a uscire allo scoperto. La ricerca delle proprie radici e verità storiche non può essere intesa come semplice nostalgia dei “bei tempi andati”, ma come propensione verso un riscatto morale che oggi più che mai appare inevitabile.
È da 155 anni che l’insulto, l’inspiegabile xenofobia, il razzismo nei confronti dei meridionali sono diventati una triste realtà quotidiana, basta recarsi in qualsiasi stadio ed ascoltare i cori contro Napoli, la sua squadra, il suo popolo e in generale contro i meridionali: “Lavali, lavali, lavali col fuoco. Oh Vesuvio, lavali col fuoco”. E, oggi, Napoli e la sua gente hanno accumulato troppo, hanno ascoltato e subito abbastanza. Adesso è arrivato il momento di dire “basta!”.
Cattiveria, ignoranza, mancanza di obiettività verso una terra e il suo popolo che apre il cuore a chiunque voglia entrarci. Una città stanca, oggi, ha deciso di alzare la testa e di protestare contro forme di razzismo che sembrano non voler cessare. I manifesti apparsi in tutta la città contro l’Unità d’Italia e la commemorazione del 17 marzo, esprimono proprio questi sentimenti: non solo acquisizione di una consapevolezza storica, ma l’idea che, a partire da essa, bisogna creare un nuovo inizio per Napoli e per tutto il Sud Italia, anche a partire da una profonda autocritica dei napoletani e meridionali stessi.
L’unità d’Italia è stata una mannaia, ora però ripartiamo. Consapevolezza della verità storica deve significare l’inizio di un cambiamento e non dell’immobilismo nostalgico. Ora qualcosa deve cambiare, ora questo cambiamento è possibile e deve essere attuato.
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