De gustibus non est disputandum – quando gli animali diventano umani

di Maria Stella Rossi

Sono l’unica persona al mondo a pensare che nella società odierna determinati individui diventano assurdi quando si tratta dei propri animali domestici? No, insomma, pensiamoci un attimo. Ovunque mi guardi attorno ci sono uomini e donne che con enormi sorrisi sulle labbra portano i propri cagnolini (perché ormai si sa, va di moda il cane piccolo, quello che devi mettere nella borsetta!) a spasso per la città, fremendo dalla voglia che qualcuno li fermi per dire “Quant’è carino il tuo pelosetto!” e no, con “pelosetto” non intendo quello, ma l’animale.

E loro? Beh, i proprietari come ho detto non aspettano altro e aprendo la propria borsetta-portacane-porta giocattolini del pelosetto, lo estraggono con una mano sola (l’ho già detto che va di moda il cane minuscolo? Il mini-mini-mini-mini-chiwawino che pesa 0,3 grammi? Meglio ancora se è a pelo lungo) e portandoselo al petto, ignorando magari una proverbiale protesta del povero animale, dicono: “Lui!? Sìììì, è il mio tesoro più grande, guai a chi me lo tocca!” e poi, giusto per rincarare la dose “l’ho salvato dal canile, sai? Era tutto pelle e ossa, povera gioia. E come tremava!

Bugia. Come minimo avrai speso 500 euro in un allevamento per un chiwawino dal pelo autopulente, auto splendente e che magari la mattina ti prepari pure il caffè perché tu vuoi ancora i tuoi cinque minuti prima di alzarti.

Quindi, come avrete ben capito, non parlo di quelle persone che amano realmente gli animali, ma di quelle che ne hanno uno perché fa tendenza! Poi magari il prossimo anno arriverà la moda dell’alano Sansone lanciata da qualche star hollywoodiana e via, tutti sull’autostrada ad abbandonare i pelosettini per correre dal primo allevatore di alani! E a quelle povere bestioline poi chi ci penserà?

E per quanto a queste persone che hanno il cane “perché va di moda” mi verrebbe voglia di spaccare loro la faccia, devo ammettere che nella categoria “io ho l’animale domestico e tu no” c’è da far rientrare anche quelli che trattano il cane/gatto/coniglio/criceto/papera e chi più ne ha più ne metta, meglio dei propri figli.

Sisi, sto proprio parlando di quelle deliziose, deliziosissime personcine-ine-ine che tendono a inserire il proprio pelosetto in qualunque discorso. Già me la immagino una conversazione fra due signore che si incontrano all’area cani.

Oh, sapessi! Oggi ho fatto un pranzo squisito! Mio marito si è leccato i baffi dal primo all’ultimo boccone!” “Ah, ma non mi dire, cara, anche io ho cucinato molto bene oggi. Il mio cane stava per divorare anche il piatto, posate e tovaglia.” “…come il tuo cane?” “Ma sì! Ho insegnato al mio amorino a mangiare a tavola con noi. Vedessi quant’è carino quando è sulla sedia e si alza sulle zampette posteriori fiondandosi col muso nel piatto! E pensa un po’, oltre a voler bere dal mio stesso bicchiere, molto spesso vuole essere imboccato! Le ciotole, ormai, non le considera più.

Ed è qui che davvero mi prudono le mani! Ed è quei che penso anche “ti prego, Signore, se esisti, fulmina queste persone all’istante!” ma non perché forse non hanno mezzo neurone in testa, ma per maltrattamento di animali! Vi pare normale che il nostro amico a quattro zampe debba subire tutte queste vessazioni? Debba essere umanizzato perché “il mio cane/gatto/coniglio/criceto/papera è come un figlio per me e lo tratto da tale se non di più.”?

Ma il tuo animale può essere anche un Pokémon e puoi anche arrivare a considerarlo il tuo secondo marito o la tua seconda moglie, ma cavolo, ha istinti e necessità, smettila di trattarlo da essere umano, perché non lo sarà mai! Non diciamo, forse, che i pelosetti sono migliori degli uomini? Che sono superiori a noi? E allora perché permettere a esseri tanto speciali di venire denigrati a questa maniera?

Probabilmente sono io troppo dura (e acida) nei confronti di chi dall’amico a quattro zampe si fa leccare sulle labbra dopo che lui si è dato una bella slinguazzatina alle parti intime. Probabilmente sono fatta all’antica, dove il padrone è il padrone e l’animale è l’animale.

Forse i tempi sono cambiati, forse adesso è normale dire al proprio cucciolo “vieni da mamma/papà” e parlare di lui come se si parlasse di un figlio con tanto di “mi metto a ridere ogni volta che sale sul letto e pretende di rilegarmi in un angolo così lui sta bello comodo! Oh, come, la sua cuccia? Ah, quella l’ho buttata.

Magari dovrei pretendere da Dio di essere io quella fulminata all’istante, perché un mondo dove l’uomo è condannato se distrugge la natura, ma al tempo stesso è perfettamente giustificato se umanizza l’animale e che durante calamità molto gravi si augura solo che i pelosetti stiano bene e che invece i suoi simili “siano tutti morti”, è davvero difficile da digerire.

Concludendo mi torna in mente la frase che ogni prete pronuncia quando unisce due persone in matrimonio: “che l’uomo non divida ciò che Dio ha unito” o quel che è. E allora mi viene da fare una mia rivisitazione di queste parole. “Che l’uomo non modifichi ciò che Dio ha creato”.

Perché se è vero che Dio ha creato il nostro mondo in sei giorni, allora è anche vero che ha dato ad ognuno di noi un ruolo ben preciso e sovente mi domando: ma se l’uomo ha ricevuto determinate peculiarità e agli animali altre, per quale dannato motivo abbiamo l’assurda pretesa di cambiare i ruoli che da sempre, nel corso dei secoli, sono stati mantenuti fino ad oggi?

 
23:17
07/12/2013

 

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Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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