La coerenza è una virtù difficile da riscontrare nell’animo umano. Ergersi a portatori di una verità assoluta non è mai un bene, perché nel passato di ognuno di noi c’è un momento in cui le nostre certezze sono venute meno, accompagnate da una calma che può essere persa in un attimo. Come è spesso capitato a Roberto Mancini durante la sua carriera di giocatore prima e allenatore poi. Come una volta a Firenze, ai tempi in cui allenava, pur senza patentino, la Viola. Quando, durante un alterco con un giornalista, arrivò quasi alle mani con lo stesso, apostrofandolo come “frocio”. Ecco il resoconto dei colleghi di Firenzeviola.it. “Era la stagione 2001-02 e Mancini, nonostante non fosse in possesso del patentino di allenatore di prima categoria, venne ingaggiato dalla Fiorentina per sostituire Fatih Terim. Alla prima stagione Mancini riuscì a vincere la Coppa Italia nella doppia finale contro il Parma, ultimo trofeo vinto dalla Fiorentina, ma la stagione successiva non cominciò bene e iniziarano anche i primi malumori. In una conferenza stampa di vigilia, Roberto Mancini, ebbe un faccia a faccia piuttosto acceso con un collega e lo offese chiamandolo “frocio”, la situazione degenerò e i due non arrivarono alle mani soltanto grazie al tempestivo intervento degli altri colleghi lì presenti. La Fiorentina incappò poi in una serie di risultati negativi e anche per alcune tensioni tra lo stesso Mancini e la tifoseria viola, il tecnico a gennaio decise di dimettersi”.
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