L’amore per battere la violenza in Quartieri spagnoli,
il musical di Gianfranco Gallo, prima produzione teatrale del “nuovo” Trianon
Una Napoli crudele, contraddittoria, appassionata è la protagonista del musical Quartieri spagnoli.
Prima produzione teatrale del “nuovo” Trianon, lo spettacolo, di cui è autore, regista e interprete principale Gianfranco Gallo, andrà in scena nel teatro della musica a Napoli da giovedì 7 a domenica 17 febbraio.
«Mi sono ispirato alla Lisistrata di Aristofane – spiega l’attore –; ma se nella commedia greca le donne praticavano un ironico sciopero del sesso, originalissimo ma fine a se stesso, qui invece le donne napoletane della camorra si negano ai loro uomini, violenti e sanguinari, per evitare di dare vita a una nuova generazione destinata alla violenza e alla morte».
«In questo spettacolo che dedico a Gianluca Cimminiello, vittima della camorra, ho messo in scena Napoli per quella che è – continua Gallo –: un amalgama di Bene e Male, di commedia e di tragedia, di sceneggiata e del più raffinato Kabarett, con un tema, quanto mai attuale, della violenza sulle donne, che nel mio spettacolo è quella che opprime le giovani dei Quartieri spagnoli, violenza nella quale i loro stessi uomini nascono, vivono e costruiscono le loro vite sbagliate».
«Nello scenario colorito e assurdo dei cantanti “da matrimonio” – prosegue Gallo – i toni esasperati e i riferimenti alla vita quotidiana nella nostra città, insieme al tema di fondo drammaticamente forte, danno luogo a un mix emozionante di farsa e tragedia, che, così come accade nella vita di tutti i giorni, farà passare gli spettatori dal riso alla commozione, dalla riflessione al divertimento».
I personaggi, dal protagonista Tonino ‘o tedesco al neomelodico Ciro California, o al ridicolo impresario Franco Palermo, sono secondo l’autore «tutti delineati e autonomi da poter uscire dal testo all’improvviso per fuggire in un teatro di varietà o sulla pedana di una sala da assoli: nel loro piccolo sono un po’ come quelli dell’Opera dei Mendicanti di John Gay o come i “tipi” del teatro di Viviani per la loro libertà, con battute sincere, scoperte, senza fronzoli, quasi pensate e dette come le parole di un popolo basso che ho voluto rappresentare».
«Per quest’opera, che è anche una favola, ho volutamente mischiato le carte – conclude Gallo – arrivando a uno stile drammaturgico sostanziato da echi di spettacolo leggero sullo sfondo di un destino da tragedia, come da momenti di commedia musicale pop inseriti in una struttura che sfugge alle definizioni».
Ai microfoni di Road Tv Italia Gianfranco Gallo e Susy Cimminiello
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