Il San Paolo come l’Allianz Arena: diamogli il nome di uno sponsor

Tra le tante iniziative promosse dal Comune di Napoli, si pensa addirittura di vendere il nome del San Paolo ad uno sponsor in modo da ricavarne fondi

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La diatriba in merito alla “questione stadio San Paolo” tra il Comune di Napoli ed il patron Aurelio De Laurentiis sembra ormai non avere più fine: dopo le interminabili proposte da ambo le parti, conclusesi senza esito, il nodo inerente la casa degli azzurri si fa sempre più stretto e le iniziative avanzate dai due vertici ancora più fitte. Non a caso, dopo la proposta del presidente del Napoli di fare uno stadio nuovo a Caserta, è scoppiata una lunga trattativa che, ancora oggi, non ha visto la sua conclusione.

La nuova proposta del Comune

Sereno e tranquillo il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ai microfoni di Radio CRC nella trasmissione Si gonfia la rete aveva accennato ad una nuovo proposta da parte del Comune: “Da oltre un mese abbiamo inviato la nostra proposta al Calcio Napoli per trovare l’accordo per questa convenzione. Noi siamo pronti e basterà trovare l’accordo per dare inizio ai lavori di ristrutturazione dello stadio. Io sono fiducioso, ma non si può più aspettare. Sia il comune che il Calcio Napoli vogliono dare alla città uno stadio degno, ma noi abbiamo la necessità di sapere che c’è qualcuno pronto ad investire nella struttura”. Un’idea semplice, sperimentata altrove e senza dubbio efficace, che presenterebbe soltanto un problema: il nome dello stadio. Bisognerebbe cambiare la denominazione “San Paolo” intitolando l’impianto ad uno sponsor in modo da trarne fondi per la ristrutturazione. E si parlerebbe davvero di tanti soldi.

Delibera si delibera no

La proposta avanzata dal Comune è partita dall’iniziativa di tre consiglieri di Ricostruzione democratica che, fiduciosi dell’approvazione da parte del patron azzurro, hanno avviato l’iter per predisporne una delibera di iniziativa consiliare (protocollo 24/2014). Una semplice ed ipotetica base di accordo di concessione pluriennale per l’affidamento di uno stadio da un soggetto pubblico ad uno privato. “La squadra del Napoli è motivo di orgoglio cittadino e deve avere la possibilità di esprimere calcio in uno stadio degno di questo nome” viene chiarito nella delibera. “Lo stadio deve rappresentare un degno biglietto da visita per la città poiché è meta di decine di migliaia di tifosi nazionali e internazionali”.

Modello europeo

Quello che dovrà nascere a Fuorigrotta, insomma, sarà uno stadio completamente conforme alle norme europee e simile agli impianti londinesi, tedeschi, spagnoli. Impianti che non solo ospitano le partite di calcio, ma sono delle vere attrazioni turistiche ed hanno tutti i comfort necessari. Per fare cio’ ovviamente, servono soldi, tanti soldi. E soprattutto l’accordo tra le parti. Un accordo che ormai si trascina da un pezzo, senza trovare la giusta collocazione.