Primo posto alle realtà con meno di 20 mila abitanti
di Martina d’Albero
“Ci stiamo interrogando intorno ad un tema: riusciamo noi, senza soldi, ad aumentare la raccolta differenziata? No non ci riusciamo. Allora da novembre abbiamo deciso di far partire nuovi moduli sperimentali in città, abbiamo deciso infatti di non fare un porta a porta e una raccolta differenziata identici in tutta Napoli, ma di modularli a seconda del territorio e delle sue peculiarità e, laddove non arriva il porta a porta, saranno installati quindi contenitori stradali per il conferimento dell’umido”, queste le “ricette” del sindaco De Magstris per tentare di arginare l’emergenza rifiuti a Napoli che ormai sembra diventato il triste simbolo di questa città. Da decenni ormai non si fa altro che parlare di emergenza di cui il capoluogo campano è diventato un “malato incurabile”.
Risiederà forse nel minor numero di abitanti la chiave del successo dei piccoli centri urbani? Dall’indagine effettuata da Legambiente sulla gestione dei rifiuti si colloca tra i primi posti: Ponte nelle Alpi (Bl), poco più di 8.500 abitanti, ed ulteriori accertamenti hanno stabilito che comunque a spiccare come comuni “virtuosi” sono tutte quelle realtà che non superano 20 mila persone come: Preganziol (Tv) al Nord, Montelupo Fiorentino (Fi) al Centro e Sala Consilina (Sa) al Sud. Nel Nord Est invece, i comuni definiti virtuosi risultano essere quelli Veneti e Trentini mentre al Sud si evidenziano i Comuni dell’area salernitana (come Sala Consilina o Tortorella). Voto negativo invece è stato dato alle grandi città come Milano, Roma e Napoli.
“Segno evidente di crisi – commenta Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – di decrescita infelice”. Da quando si sono avviate le fondamenta giuridiche ed industriali del settore spazzatura ad oggi è tutto modificato. “un migliaio di Comuni è fermo all’anno zero” sostiene Poggio, ma l’aspetto importante è che il gruppo intermedio in fase di transizione verso l’efficienza sta riuscendo in poco tempo, a raggiungere la vetta.
Da questi rapporti si evince chiaramente che il nostro “bel Paese” è ancora fortemente diviso. Ai primi in classifica residenti nelle regioni dell’estremo Nord si contrappongono i comuni del Sud e le grandi metropoli che mai come in questo periodo di allarme risentono dell’emergenza senza però riuscire a trovare una concreta soluzione al problema.
12 Ottobre 2013