Nel centro antico di Napoli, dove la raccolta differenziata arranca a causa della scarsa collaborazione dei cittadini, piccoli gruppi di etnia rom sopravvivono recuperando e riciclando i rifiuti gettati nei cassonetti indiscriminatamente. A notare questi rom ‘riciclatori‘ sono stati gli attivisti dell’associazione No Comment che da anni studia i cambiamenti sociali che avvengono nel cuore di ‘Partenope’.
Scarpe con qualche difetto, vestiti vecchi ma non logori, tv e piccoli elettrodomestici obsoleti ma ancora funzionanti, che diventano pane per chi non ha un lavoro. Una differenziata ‘alternativa’ praticata dalle 10 alle 24, tutti i giorni, 365 giorni l’anno. “Gli uomini vanno ‘al lavoro’ la sera, intorno alle 21,30, – dice Antonio Alfano, che da anni è parte integrante di questa associazione – armati di guanti, carrellini di cartone e attrezzi ‘fatti in casa’. Sono perlopiu’ giovani di eta’ tra 16 e 18 anni, ragazzi e talvolta anche ragazze“.
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