I Carabinieri hanno arrestato 5 persone ritenute coinvolte nell’omicidio di Raffaele Canfora, 25 anni, ucciso con colpi d’arma da fuoco a Ercolano (Napoli), lo scorso 18 marzo, nell’ambito di attriti tra gruppi camorristici per il controllo dello spaccio ad est di Napoli. Si tratta, come riporta l’ANSA) di mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio, tra cui figura un giovane allora 17enne. La vittima prelevò in auto gli “amici-carnefici” dal rione Conocal, a Napoli. Fu uccisa a Ercolano e il cadavere in decomposizione trovato un mese dopo, nel Casertano, semisepolto e straziato dagli animali del bosco.
Misure cautelari nei confronti di cinque persone per l’omicidio di Raffaele Canfora
Due le misure cautelari emesse dall’autorità giudiziaria: una dal gip del tribunale ordinario, nei confronti di 4 persone e l’altra, dal gip del Tribunale per i minorenni, nei confronti di un giovane all’epoca dei fatti diciassettenne. Un provvedimento è stato notificato al destinatario, il presunto killer, in carcere. I cinque sono accusati, a vario titolo, di omicidio, detenzione e porto abusivo di armi comuni e da guerra, distruzione e soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e favoreggiamento personale, con l’aggravante dalle finalità mafiose.
Il corpo di Raffaele Canfora è stato ritrovato poco più di un mese dopo la sua scomparsa
Le indagini sono state eseguite dai Carabinieri della Compagnia Napoli Vomero e della Tenenza di Cercola, coordinati dai magistrati della DDA partenopea. Raffaele Canfora sarebbe stato picchiato e poi ucciso in una stradina al confine tra i comuni di Ercolano e San Giorgio a Cremano, nel Napoletano. Lì, in via Patacca, i carabinieri trovarono una pozza di sangue e diversi bossoli. Il cadavere del giovane, in avanzato stato di decomposizione, venne trovato il 19 aprile scorso, poco più di un mese dopo la scomparsa, nelle campagne casertane, in località Valle di Maddaloni.
Raffaele Canfora è stato ucciso per la troppa insistenza nell’essere pagato per una partita di droga
Ad uccidere Canfora ad Ercolano (Napoli), il 18 marzo scorso, con alcuni colpi di pistola, per essere stato troppo insistente nel chiedere il pagamento di 12mila euro per una partita di droga, sarebbe stato Raffaele Stefanelli, 25 anni (già in carcere per altri reati) e M.A., un giovane che ha compiuto 18 anni lo scorso 2 maggio. Ad occuparsi del suo cadavere, invece, sono stati la madre di Stefanelli e due suoi generi: si tratta di Patrizia Zinno, 50 anni, Gaetano Amato, 32 anni e Gennaro De Luca, 35 anni. I tre, dopo avere caricato il corpo della vittima in auto, lo hanno seppellito nelle campagne di Valle di Maddaloni (Caserta) dove è stato trovato, poco più di un mese dopo la sparizione, dal cane di un uomo a passeggio nel bosco.
Il procuratore Giovanni Colangelo ha sottolineato la spregiudicata e spudorata violenza dell’omicidio di Raffaele Canfora
Nel corso della conferenza stampa, il procuratore Giovanni Colangelo, ha voluto sottolineare la “spregiudicata e spudorata violenza” delle persone coinvolte nell’omicidio di Canfora e l’attività di indagine che ha consentito di fare luce sull’accaduto esclusivamente grazie all’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Dalle indagini dei carabinieri della Compagnia Vomero di Napoli emerge che i clan dei cosiddetti “girati” di via Vanella Grassi di Secondigliano, e D’Amico del rione Conocal di Ponticelli, erano all’oscuro della compravendita. Il clan D’Amico temeva anche ritorsioni da parte dei “girati”: qualche settimana dopo la sparizione di Canfora, proprio nel rione Conocal, venne ucciso un pregiudicato di 47 anni, Vincenzo Pace. Un omicidio che gli investigatori non escludono possa essere una vendetta legata all’assassinio del loro uomo.