Rapinatori uccisi da negoziante. La moglie di uno dei due: “Deve pagare”. L’uomo: “Volevo difendere la mia vita”

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Rapinatori uccisi da negoziante. La moglie di uno dei due: "Deve pagare". L'uomo: "Volevo difendere la mia vita"

“Doveva pagare con il carcere, non con la morte”. E’ ciò che urla la moglie di uno dei due rapinatori uccisi da negoziante che ieri ha fatto fuoco per difendersi da un tentativo di rapina andato male a Ercolano, in un negozio di bibite e detersivi che si trova in via Alveo, angolo corso Resina, nel centro storico della città degli Scavi.

 

L’arma dei rapinatori uccisi da negoziante era un giocattolo privo del tappo rosso

“Deve pagare anche lui. Ha la coscienza sporca”. La donna ha continuato a urlare al commerciante e ai giornalisti presenti, mentre la Polizia provvedeva ai rilievi del caso sul posto.

L’uomo, C.S., un 68enne, è ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Lo stesso, agli inquirenti, ha sostenuto di aver sparato per difesa, sentendo che la sua vita era in pericolo. Sull’episodio indaga la procura di Napoli con il sostituto procuratore Pierpaolo Filippelli. “Non ho sparato per i soldi ma perché mi hanno puntato la pistola in faccia e ho temuto per la mia vita”. Pistola che, si è avuto modo di scoprire successivamente, non era altro che un giocattolo, privo del tappo rosso che l’avrebbe reso riconoscibile come tale.