La Rca è da sempre una delle voci di spesa con le quali le famiglie napoletane hanno un pessimo rapporto. I costi per l’assicurazione del proprio autoveicolo sono il triplo degli italiani del nord, questo –secondo le compagnie assicurative – a causa dell’elevato numero di truffe che si compiono al sud. Una spiegazione che lascia il tempo che trova se si tengono presenti le recenti statistiche Istat, secondo le quali in città come Milano o Torino avvengono in proporzione almeno il 20% di incidenti stradali in più.
Il comune di Napoli ha deciso di avviare una iniziativa denominata “Tariffa Italia”, una raccolta firme per un progetto di legge di iniziativa popolare per battere discriminazioni territoriali ingiuste. È stato allestito un banchetto per la raccolta firme in via Toledo dove in poco più di un ora sono state raccolte oltre 100 firme.
Non solo il comune di Napoli è sceso in campo. Al fianco di palazzo San Giacomo sono scese infatti le municipalità che hanno allestito all’interno delle proprie sedi degli uffici in cui sarà possibile firmare la petizione. Ad oggi la seconda municipalità è già partita con l’iniziativa, a breve partirà la terza a cui seguiranno, poi, tutte le altre municipalità. L’obiettivo da raggiungere è 50.000 firme, una soglia facilmente raggiungibile se si pensa a quanti cittadini sono letteralmente “vessati” dalle compagnie assicurative che impongono premi stratosferici anche per le basse cilindrate e per chi non fa mai incidenti.
Il comune di Napoli non è nuovo a iniziative di questo genere. Sin dalle prime battute del governo del sindaco de Magistris è stata lanciata la campagna Rca Napoli Virtuosa, che prevede un notevole sconto sulle tariffe per i cittadini in regola con le imposte locali. “Quello che noi stiamo perseguendo – ha dichiarato Fluvio Frezza, consigliere comunale presente in piazza per informare i cittadini – è un obiettivo di giustizia e legalità. Non ci stiamo più ad essere l’ultima ruota del carro del paese. Vogliamo trasparenza soprattutto noi confronti di queste lobby che continuano a considerarci come il fanalino di coda del paese”.
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