Le recensioni di RoadTv Italia: Snooker, di Stefano Duranti Poccetti

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Le recensioni di RoadTv Italia: Snooker, di Stefano Duranti Poccetti

La recensione di “Snooker”, opera a cura di Stefano Duranti Poccetti.

Non è facile trovare in libreria volumi a double face tra sport e poesia. Noi abbiamo sbirciato negli scaffali la seconda di opera questo genere a cura di Stefano Duranti Poccetti (direttore del Corriere dello Spettacolo, ndr) intitolata “Snooker”, a distanza di tre quattro anni dall’uscita di “Frammenti di Baseball”.

Anche in queste circa cento pagine l’operazione audace è nelle corde della penna toscana di Stefano Duranti Poccetti che non esita a specificare che lo snooker non è uno sport molto conosciuto in Italia, pur meritando di esserlo, per la sua importante storia e per le grandi personalità che lo animano e che l’hanno animato. I cinquanta capitoletti del volume sono nel bel mezzo del volume tra prefazione, nota ed appendice utilissime alla comprensione di un testo altrimenti assolutamente di nicchia.

Stefano Duranti Poccetti ce lo racconta qui percorrendo le sue tappe fondamentali, presenti e passate, attraverso brevi brani in prosa che, tuttavia, spesso virano verso il territorio poetico come già altre volte in passato. Con la prefazione di Maurizio Cavalli e la nota di Marco Palmieri, “Snooker” gode dagli anni Duemila delle riprese in tv sui canali di Eurosport Discovery ma non aveva mai beneficiato di un approfondimento propriamente editoriale.

Da qui le steccate poetiche che sono state, negli anni, passione e svago di personaggi di chiara fama in tutte le esperienze. E in questi meandri così eterogenei si è insinuato l’abile Stefano Duranti Poccetti, come detto già autore di un simile esperimento circa il baseball, stavolta riecheggiando le gesta sportive dei vari Steve Davis, Stephen Hendry e di “The Rocket” Ronnie O’Sullivan, il più forte giocatore di sempre.

In questo volume l’autore si spinge fino ai risvolti psicologici dei protagonisti partendo dal territorio di provenienza suo e dello stesso movimento biliardistico. Un movimento che ha celebrato il genio di Marco Palmieri nel 2021, eleggendolo campione d’Italia.

“Guardo quel tavolo verde gigante con quelle biglie così piccole. Poggio la stecca e ingesso più e più volte concentrandomi sul cuoio. Intanto penso a forza, velocità, profondità, effetto e tanta fisicaormai diventata scontata nella mia testa.”

Queste le parole del campione del panno verde, così caro a tantissimi italiani ed allo scrittore dello sport e della poesia. Che con le sue 93 pagine passa da un verso all’altro con gran disinvoltura, dalle fumose sale del malfamato scantinato alle eleganti sale di Versailles. E fino a Mozart che, giocando qualche palla in nonchalance, avrà pure partorito i vari “Il flauto magico” e “Le nozze di Figaro”, passando per Immanuel Kant. A questo proposito l’autore ironizza sulla critica della ragion pura formata a forza di steccate!

E’ questa la dimensione biliardistica, poetica e culturale a cui ha puntato diritto il nostro autore, concentrato ad offrire la dignità che spetta ad uno sport amato dai grandi nomi dell’umanità. Basti citare ancora Vincent Van Gogh, Maria Stuarda, Carl Gustav Jung, Gauguin.

E’ “nel 1875 che il futuro colonnello Neville Chamberlain decideva di aggiungere qualche palla colorata al pyramid, evidentemente per il piacere d’ammirare un tavolo più vivace. Non contento, decise di chiamare questo nuovo gioco snooker, avvalendosi del sottile umorismo nonsense inglese, identificando i giocatori quali neofiti, principianti, perché no, poppanti.” Col passare degli anni è però diventato un intrattenimento da strateghi e scacchisti della palla e della stecca.

Nell’armamentario del libro non mancano Bjorn Borg, le sigarette, le donne seminude, i prestigiosi hotel e la partita epocale tra Taylor e Davis nel segno della nera. Era il 1985. Naturalmente non anticipiamo nulla ma gli intenditori avranno già capito. Così come si dividono in due scuole di pensiero così distanti circa la Triplice Corona che, a differenza del Grande Slam del tennis, non è riconosciuta all’unanimità. E che dire del Dracula Ray Reardon? O dei 147 più importanti della storia? A cominciare ovviamente da Joe Davis.

La storia ha infine il suo spazio, ovvero quello destinato al Gioco delle gugole, l’antico biliardo riecheggiato da Pietro Fanfani. Per il resto vi invitiamo alla piacevole lettura.