Ancora una volta la Regione Campania dimostra di non voler intaccare gli interessi imprenditoriali legati all’economia sommersa, criminale e convenzionale dei rifiuti, perché considerati troppo importanti per drenare consensi in una terra dove la politica non rappresenta i meridionali da tempo. A confermare ciò è l’esito dell’ultimo intervento del Consiglio Regionale della Campania in materia di rifiuti, esprimendo, con argomentazioni più che fragili, perplessità e la temporanea contrarietà al progetto per un Centro di compostaggio a Scampia.
Le repliche più dure, per quanto democratiche, sono seguite da Sinistra, Ecologia e Libertà, partito che in questo senso ha sottolineato l’apparente contraddizione tra questi ultimi scrupoli della Regione Campania e il suo pluriennale operato, corresponsabile di aver sepolto, in 15 anni, la Campania con 6 milioni di tonnellate di ecoballe, di aver costruito un incapace termovalorizzatore ad Acerra da 750 mila tonnellate, di aver costruito con l’aiuto di imprese camorriste la discarica di Chiaiano da 700 mila tonnellate, di aver approvato un piano rifiuti che annienta qualsiasi volontà di riciclo e bonifica concreta nei territori inquinati (oltre che qualsiasi maniera di impiantare, su queste esigenze, un tessuto industriale meridionale di settore).
Dietro l’obiezione da parte della Regione Campania, che non ritiene sicuro per la salute il progetto, da una parte è evidente l’incoerenza con quanto lasciato intendere da quest’ultima in questi anni, dall’altra esprime la sua cinica coerenza con quanto effettivamente ha fatto e cioè impedire, finalmente, un integrato ed effettivo ciclo di rifiuti, che raccogliesse, differenziasse, riciclasse i rifiuti e desse stabilmente lavoro a migliaia di campani, a totale vantaggio dell’economia sommersa, criminale e settentrionale.
Ancora una volta la Regione Campania dimostra di non rappresentare i reali interessi dei cittadini campani e di gestire il potere, nel vuoto politico che crea, con lo strumento del clientelismo e del colonialismo mediato. La Regione Campania, come degna espressione di interessi economici esterni ed estranei alla Campania, è un’istituzione dirigente parassitaria, più interessata a campare di rendita proveniente dal Nord e dal governo nazionale che a gettare quelle reali capacità politiche, produttive, sociali, in grado di rendere autonoma la Campania.
La Regione Campania dice di essere preoccupata del progetto dell’impianto di compostaggio da 20 mila tonnellate a basso impatto ambientale, dopo aver costruito per anni discariche indifferenziate e tradizionali. Attualmente la Regione Campania dovrebbe realizzare 11 impianti di compostaggio da lei ratificati in termini di legge, eppure con quest’ultimo veto esprime una volontà contraria. Dunque, finché si fanno le leggi il ciclo rifiuti va bene, ma quando le leggi vanno applicate insorgono i problemi e i ripensamenti.
L’impianto proposto a Scampia è un impianto anaerobico ritenuto dal CIC ( Consorzio.Nazionali Compostori) come la sintesi migliore tra tecnologia e ambiente, a basso impatto ambientale e capace di riciclare effettivamente 20 mila tonnellate di rifiuti campani. Sinistra, Ecologia e Libertà condanna l’ignoranza degli esponenti del governo regionale e nel frattempo denuncia come i suoi ripensamenti manifestano il legame con interessi estranei al bene della cittadinanza.
Ancora una volta le forze politiche campane non creano un ciclo integrato di rifiuti, il quale nel caso contrario potrebbe invece voler dire, anche e soprattutto, impresa meridionale, emancipazione economica e politica, tutela della salute e dell’ambiente in Campania.
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