Reinhard Schafers, l’ambasciatore tedesco in Italia, nonché giurista dalla considerevole carriera diplomatica si sottopone a una piacevole chiacchierata durata quasi un’ora con i giornalisti del Corriere del Mezzogiorno, dopo aver assistito alla Turandot pucciniana con la regia di Roberto De Simone, il principale motivo –secondo quanto egli stesso racconta-, che l’ha spinto a tornare a Napoli.
A tornare, sì, perché, Schafers tiene a precisare che era già stato nel capoluogo campano da ragazzo quando, a bordo di un pulmino Volkswagen, compì un grand tour di rispetto tra la Campania, appunto Napoli, e la Sicilia. L’ambasciatore, quindi, si immerge consapevolmente in un luogo nostalgico e melanconico colmo di ricordi di quei tempi passati, di anni in cui la Sicilia e il Sud erano un paradiso, oggi non riscontrabile: “Ora le cose sono cambiate, in peggio. Per questo gli investitori vanno via”.
Reinhard Schafers: “Giravo per Napoli e la Sicilia a bordo di un pulmino Volkswagen”
“Giravo per Napoli e la Sicilia a bordo di un pulmino Volkswagen. Ricordo che faceva tanto caldo e dormivo in auto. Di notte, c’erano strane presenze intorno a me… È stato però un periodo meraviglioso”. Queste le parole che mostrano un affetto sentito e sincero verso l’Italia e la Campania, da lui considerate parti di una stessa famiglia, quella europea, nonostante la crisi degli ultimi anni che ha creato un sentimento di antipatia e atteggiamenti negativi e critici nei confronti della Germania.
In merito alla fuga degli investitori, l’ambasciatore tedesco, in pensione da qualche mese, facendo notare che al Sud mancano industrie pesanti, propone come soluzione quella di puntare sul turismo e sui beni culturali. È questo il modo, secondo lui, per ripartire e uscire dalla crisi, soprattutto se ci si può basare sull’aiuto comune di partiti, Chiesa, impresa e sindacati. Infine, da appassionato di calcio, lancia palesemente una sfida a Rafa Benitez, a proposito della finale dell’Europa League.