La Relatività, una tra le opere più rappresentative dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher, potrebbe essere stata ispirata da un palazzo ad Amalfi.
A restare prima sorpreso e poi entusiasta è stato Marco Scognamiglio, comunicatore d’impresa e pittore: uno scorcio della Costiera amalfitana potrebbe aver dato ispirazione all’olandese Maurits Cornelis Escher, grafico e incisore morto nel 1972, famoso per le incisioni e litografie che tendono a presentare costruzioni impossibili, con motivi a geometrie interconnesse che cambiano in forme via via differenti, spesso per ottenere effetti paradossali.
La scoperta riguarda la Relatività, una tra le opere più rappresentative dell’artista: una litografia realizzata nel 1953 che raffigura uno spazio policentrico nel quale figure umane si muovono su piani diversi.
L’opera è conservata alla National Gallery di Washington. Escher visitò a lungo l’Italia e fu in particolare nella Costiera amalfitana nel 1923: nella ‘Divina costiera’ ha trovato spazi e geometrie riprodotte in molteplici opere. Ad esempio Atrani compare tra i soggetti di Metamorfosi II. Le somiglianze che Scognamiglio ha visto e fotografato tra Relatività e l’architettura di uno dei palazzi di Amalfi, nei pressi di Piazza Municipio e più precisamente all’imbocco del tunnel che conduce ad Atrani, sono “molte ed evidenti”. “Mi sono innamorato a prima vista di Escher – dice Scognamiglio – quando, da bambino, ho trovato per la prima volta le sue scale impossibili sulla copertina di un libro di Paradossi. Negli anni ho deciso di avviare studi specifici e, durante il lockdown, di trascorrere un periodo in Costiera con la mia ragazza per rivivere i luoghi e le architetture che ispirarono il maestro incisore”.
“Di Escher – aggiunge – apprezzo la sua sconfinata fantasia, culminante nelle sue geometrie interconnesse. Quando si fondono, descrivono la danza della vita e della morte: due espressioni dello stesso significato, rappresentato magistralmente in ‘Metamorfosi'”. Nel team di studiosi che collabora con Scognamiglio c’è anche il ravellese Alessio Amato, archeologo e guida turistica. “Credo che per gli amanti della cultura, dell’arte e di Mauritis Cornelis Escher in particolare, sia un’intuizione degna di nota sulla quale bisogna però ancora lavorare. È indubbia la somiglianza tra il cortile del palazzo amalfitano e l’opera”.