di Anna Copertino e Roberto Braibanti
Quando si parla di Napoli Est, ovvero di Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, il pensiero del cittadino medio napoletano corre immediatamente al degrado, ai contenitori di carburante della ex raffineria, alla presenza “oscura” della camorra.
Un’area, fino a pochi decenni fa, a vocazione operaia, ricca di possibilità e soprattutto sana, che la deindustrializzazione, iniziata negli anni ’80, e la mancanza di un vero piano di ammodernamento industriale oltre che di capacità della politica locale e nazionale di avere una” visione ” sul territorio, hanno colpevolmente condannato a un progressivo degrado.
Il clientelismo conseguente, l’abbandono scolastico, la camorra – che si ciba avidamente di questi errori, che diventano il suo humus più favorevole – l’inquinamento pesante, la crisi economica durissima hanno fatto il resto.
“Nei primi cento giorni dopo la mia elezione […] amministrazione e cittadini stavamo provando ad avvicinare centro e periferie, in un momento significativo, anche se parziale, della nostra vita collettiva. Negli ultimi cinque anni abbiamo sempre lavorato in questa direzione”. Sapete chi lo ha detto?
Le parole sono tratte dalla presentazione di Antonio Bassolino sulla variante di Piano regolatore generale. Uno strumento che avrebbe dovuto riqualificare l’intera area orientale della città, in particolare il quartiere Ponticelli, affinché divenisse la porta di accesso al centro cittadino. Il periodo di riferimento è gennaio 1994… Potrebbe essere oggi… nulla da allora è cambiato. Nulla è stato fatto, anzi lo stato di degrado appare aumentato.
In questo servizio ci sono esempi di un disastro non più ignorabile da politica e istituzioni. Vedrete lo scandalo di un quartiere come i “bipiani“. Uno scandalo fatto di container con tetti di amianto, in cui vivono centinaia di persone tra italiani e stranieri – spesso in regola con la cittadinanza Italiana e i permessi di soggiorno – esposti al rischio continuo di assurde guerre tra poveri.
Una situazione che non ha eguali, forse neppure nelle periferie più degradate dell’Africa o del SudAmerica. Un luogo che chiunque abbia amministrato la città ben conosce, ma che, tutti fingono di dimenticare .
Ad esempio, fingono di dimenticare che l’amianto e l’eternit – che costituiscono questi edifici – diffondono nell’aria minuscole micro particelle che si annidano nei nostri polmoni provocando, anche dopo molti anni, uno dei tumori più spietati, il mesotelioma pleurico. Fingono di dimenticare che chi vive nei Bipiani di Ponticelli, in sostanza, è stato già condannato e si tratta di bambini, uomini, donne. Non si può far finta di non saperlo.
Allo stesso modo fingono di dimenticare una delle 20 discariche abusive di Napoli Est, iscritta a pieno titolo nel triste registro di appartenenza alla ormai famosa Terra dei Fuochi. Via Cupa Travi, a Barra, una strada di 500 metri, trasformata in discarica da sversamenti abusivi di qualunque materiale, facilitati dalla camorra, una discarica che porta ad uno dei tanti campi Rom di quest’area. Un campo Rom che conta circa 1000 persone.
Questi campi non hanno nulla di “umano” (… la parola “civile” sarebbe una sopravvalutazione nei termini): sono ghetti, senza servizi di nessun tipo, che condannano i Rom e i cittadini che abitano nelle aree circostanti a vivere in un degrado non immaginabile, se non visto. Un degrado foriero di odi, rancori reciproci, razzismi tra poveri, le cui colpe sono lontane da lì.
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5 novembre 2013