“A pochi passi dal centro di Napoli pulsa un cuore verde. E’ il cratere e riserva naturale degli Astroni, oasi del WWF, nonché Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione Speciale. L’oasi si trova tra i comuni di Napoli e Pozzuoli e insiste su un vulcano spento, il cratere degli Astroni, in una delle zone più urbanizzate al mondo”. E’ ciò che si legge sul sito social.i-sud.it. Dove, corredato dalle bellissime fotografie di Antonio Panico, viene presentato, da un articolo di Francesca Pascale, la Riserva Naturale degli Astroni, uno dei posti più belli dell’intero Sud Italia. E forse non solo.
La Riserva Naturale degli Astroni. Autentico paradiso da difendere e visitare
“Il Cratere degli Astroni, pur essendo relativamente giovane con i suoi 3600 anni, è oramai spento ed è inserito nel più ampio complesso vulcanico del cratere di Agnano, legato a sua volta all’area vulcanica dei Campi Flegrei. La riserva ha un’estensione di circa 250 ettari ed un perimetro di 6,5 km. Il vecchio cratere è stato occupato da tre laghetti vulcanici molto suggestivi, ricchi di colori e di flora e fauna, sono il Lago Grande, il Cofaniello Piccolo ed il Cofaniello Grande. Tutta la riserva – prosegue – è rigogliosa ed occupata da una fitta e variegata vegetazione. Ha dei percorsi molto agevoli che costeggiano i laghetti con numerosi punti di osservazione e aree tranquille e riparate ove è possibile sostare immersi nella natura”.
Un vero e proprio dipinto con le parole, che continua descrivendo “la presenza dei tre laghetti e la conformazione del cratere creano all’interno della riserva un microclima molto particolare che origina un fenomeno detto ‘inversione vegetazionale’. Le specie sono disposte in modo inverso da come avviene solitamente rispetto all’altitudine. Per questo è possibile osservare in alto la foresta di leccio e la macchia mediterranea composta da erica, mirto e lentisco, mentre in basso, nei pressi del lago troviamo specie tipiche dell’alta quota come i castagni, il rovere e l’olmo. Gli specchi d’acqua sono una vera delizia per gli occhi. Sono ricoperti da giunchi, cannucce di palude, salicone, carici e tife. Nella parte centrale del lago c’è un vasto canneto ed un meraviglioso tappeto di ninfea bianca sul quale volano incantevoli libellule multicolori e gracidano le rane”.
La fauna è molto variegata. Infatti “Nella riserva sono presenti ben 130 varietà di uccelli, alcuni dei quali sono inseriti nella Lista Rossa che elenca le specie minacciate e protette. Tra gli uccelli canori che vivono nella riserva è possibile osservare la capinera, il pettirosso, il merlo, il fringuello, lo scricciolo, la cinciarella, la cinciallegra ed il picchio rosso maggiore che è stato scelto proprio come simbolo dell’oasi. I rapaci nidificano all’interno del cratere con successo. Le specie più interessanti sono il falco pellegrino, il gheppio, la poiana e lo sparviero. Tra i rapaci notturni, invece, spiccano la civetta, l’allocco ed il barbagianni”.
“Gli anfibi sono veramente rumorosi e divertenti, dalla rana verde al rospo smeraldino, alla rana dalmatica. Tanti i piccoli mammiferi come le volpi, la donnola, i ricci, le talpe, i toporagni, i moscardini, le arvicole. Gli insetti sono veramente bellissimi. Tante le specie di libellule e le farfalle. Tra le 55 specie di lepidotteri, le farfalle appunto, che popolano i Campi Flegrei, 38 sono state qui censite e due sono esclusive degli Astroni. L’Oasi ha organizzato cinque itinerari visitabili, tutti moto suggestivi: Le zone umide, La vita del Bosco, l’itinerario Paesaggistico, quello Geologico e quello Ornitologico”.
La storia della riserva è altrettanto suggestiva, come lo stesso articolo ricorda, in quanto “Secondo taluni il termine Astroni deriverebbe da ‘sturnis’ ovvero gli storni di Airone che abitavano numerosi l’area. Per altri, invece, il nome richiamerebbe Sterope un ciclope che abitava l’area. Il cratere era, in origine, utilizzato come bagno termale e pare che Federico II vi si sia recato nel 1217 per curarsi da una malattia. Fu Alfonso I d’Aragona a utilizzarlo per primo, come riserva di caccia reale. Nel 1721, la riserva fu donata ai gesuiti per tornare, poi, pochi anni dopo nella proprietà di Carlo III di Borbone che vi ripristinò la riserva di caccia”.
Nel 1970, gli Astroni furono acquistati dalla Regione Campania e nel 1987 il Ministero dell’Ambiente istituì la Riserva Naturale, mentre nel 1990 l’area divenne oasi WWF e due anni dopo fu aperta al pubblico.
Insomma, un vero peccato perdersi uno spettacolo naturale del genere.
Ingresso Oasi
Via Agnano Astroni 468
80125 Napoli
Informazioni e prenotazioni:
tel 081.5883720, fax 081.5881255
e-mail oasiastroni@wwf.it